Licenze per i taxi anche agli stranieri. I legali dell'"Associazione studi giuridici sull'immigrazione" che opera nel campo del contrasto alle discriminazioni hanno scritto una lettera al Comune di Milano per segnalare che è "discriminatorio" prevedere tra i requisiti per l'ottenimento delle licenze dei taxi "quello della cittadinanza italiana", escludendo così gli immigrati extracomunitari con regolare permesso di soggiorno. Nella missiva, inviata al sindaco Giuliano Pisapia, all'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran e al presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo, i legali chiedono che "il Consiglio comunale modifichi subito la norma illegittima in modo da rimuovere, nell'ambito di quella progressiva estensione del principio di parità che il legislatore ci impone, qualsiasi clausola discriminatoria, prevenendo cosi ogni inutile contenzioso giudiziario". Il requisito della cittadinanza italiana per le licenze dei taxi milanesi, infatti, come riportato nella lettera, "è previsto dall'articolo 9 del "regolamento per il servizio pubblico delle autovettura da piazza (taxi)", approvato con una delibera del Consiglio comunale nel 2000. Una norma che secondo i ricorrenti sarebbe in contrasto con il testo unico sull'immigrazione. Nel 2008 un precedente si è verificato a Firenze: un tunisino aveva presentato un ricorso e si era visto riconoscere il diritto a richiedere la licenza come i suoi concittadini.
I legali dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione scrivo al sindaco di Milano Pisapia: via il requisito della cittadinanza italiano.
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