sabato 10 settembre 2011
Martedì il premier sarà a Strasburgo. Il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore: nessun problema, fisseremo un nuovo incontro. Lunedì altro interrogatorio dell'imprenditore barese. Intanto sono stati disposti accertamenti sui pm napoletani dopo la fuga di notizie riguardanti le intercettazioni pubblicate dall'Espresso.
COMMENTA E CONDIVIDI
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarà martedì prossimo a Strasburgo per incontrare il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso. Lo ha confermato un portavoce dell'esecutivo europeo. Al centro del colloquio, che si terrà nel pomeriggio nella sede del Parlamento europeo, Barroso e Berlusconi discuteranno della situazione nell'Eurozona, degli interventi per stabilizzare i mercati e, in questo quadro, dei contenuti della manovra italiana per il risanamento dei conti e le riforme strutturali. L'incontro con Barroso è stato fissato recentemente e si terrà a Strasburgo perché, come avviene di consueto in concomitanza con le sessioni plenarie dell'euroassemblea che si svolgono nella città alsaziana, anche martedì prossimo la Commissione europea sarà lì al gran completo per tenere la sua riunione settimanale nella sede del Parlamento Ue.Sempre il prossimo martedì il presidente Berlusconi, prima di recarsi a Strasburgo, sarà probabilmente a Bruxelles per incontrarsi con il presidente permanente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy. L'appuntamento deve essere ancora confermato ufficialmente, ma a Bruxelles quest'altra tappa della missione 'europea' di Berlusconi viene data praticamente per certa.LUNEDI' NUOVO INTERROGATORIO TARANTINI L'imprenditore Gianpaolo Tarantini sarà interrogato nuovamente dai pm che indagano sul presunto ricatto ai danni del premier. L'interrogatorio, che si svolgerà lunedì pomeriggio nel carcere di Poggioreale, è il terzo al quale viene sottoposto l'imprenditore, dopo quello di garanzia del 3 settembre e quello investigativo dei giorni scorsi. Non si conoscono gli argomenti che saranno affrontati nel corso della nuova audizione.LEPORE, LEGITTIMO IMPEDIMENTO? RINVIO Al momento ''non c'é nessuna comunicazione ufficiale" in merito al fatto che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in virtù del suo impegno a Strasburgo, martedì prossimo, non possa venire ascoltato, come parte lesa, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Napoli che indaga sulla vicenda Tarantini - Lavitola. Ma, sottolinea il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, "se ci dovesse essere il legittimo impedimento, sarà fissato un nuovo incontro. Su questo non c'é alcun problema".Il procuratore Lepore scherza con chi gli chiede del viaggio di Berlusconi a Strasburgo per incontrare il presidente della Commissione Ue: ''Buon viaggio", dice ridendo. Poi, aggiunge: "Non è detto che non verrà all'incontro, può anche fare entrambe le cose". "Al momento - conclude - nessuno mi ha comunicato ufficialmente nulla". Berlusconi dovrebbe essere ascoltato, a Palazzo Chigi, dallo stesso Lepore e da alcuni dei suoi sostituti.DISPOSTI ACCERTAMENTI SUI PMIl sospetto è che la fuga di notizie dalla procura di Napoli sulla presunta estorsione ai danni di Berlusconi sia in realtà un’azione studiata proprio per colpirlo. Almeno secondo il Pdl che, con un’interpellanza urgente depositata ieri alla Camera, chiede al Guardasigilli di inviare gli ispettori nel capoluogo campano. Ma, per ora, da via Arenula si muovono con cautela: avvieremo «accertamenti preliminari». Quello che si vuol capire è se le intercettazioni pubblicate dall’Espresso non fossero ancora depositate in procura (dunque le talpe sarebbero interne). Solo dopo «chiarimenti scritti», il ministero deciderà se mandare o meno gli ispettori in Campania. Una scelta che, in sostanza, ricalca le orme di quella presa nei giorni scorsi da Palma a proposito del presunto ritardo che ci sarebbe stato nell’inchiesta di Bari sulle escort portate da Tarantini a Palazzo Grazioli. Nel frattempo da Napoli si tenta di salvare il salvabile dell’indagine, aprendo un fascicolo sulla fuga di notizie, e replicando per bocca del Procuratore Lepore: «Ispettori? Niente da nascondere».Le intercettazioni diffuse, scrivono i deputati Pdl Enrico Costa e Manlio Contento, riguarderebbero solo contenuti «specifici e parziali». Cosa che farebbe pensare, perciò, ad un progetto ben architettato «per danneggiare, attraverso il rilievo dato alle notizie, proprio la vittima dei reati». Tuttavia i dettagli emersi, continuano, sono contenuti in atti di indagine «non ancora depositati, conseguentemente non dovrebbero essere a conoscenza di terzi essendo nell’esclusiva disponibilità e custodia» degli inquirenti.La proposta anti-pm della maggioranza fa saltare sulla sedia il Pd che la considera «un’ingerenza bella e buona» e confida nell’autonomia e nella indipendenza del Guardasigilli. Berlusconi è stato colto «con le mani nella marmellata», chiosa Antonio Di Pietro, ecco che così gli ispettori sono un’intromissione «intollerabile». L’ennesima bacchettata sulla giustizia arriva anche da Fli che giudica la proposta ispettiva «una follia» ideata da un partito che «sulla legalità ha perso la bussola».Ma la vicenda Tarantini non si esaurisce nella telefonata con tanto di “consiglio” del premier a Valter Lavitola (ancora latitante all’estero) che ha infuocato il dibattito politico. L’imprenditore pugliese e la moglie Nicla (entrambi indagati per estorsione) hanno risposto per ore ai pm napoletani nei giorni scorsi (ieri è stato il turno, come persone informate sui fatti, del senatore Pdl Gaetano Quagliariello e dell’avvocato Giorgio Perroni), applicando alla lettera il suo desiderio «di dire tutto ai magistrati». E nell’interrogatorio di garanzia del 3 settembre l’uomo di particolari ne avrebbe detti molti. Primo fra tutti il suo «tacito» accordo con il pm di Bari (dove è indagato per favoreggiamento della prostituzione) di vuotare il sacco per evitare la galera. I segreti, infatti, vengono dallo stesso Tarantini paragonati, per gli effetti dirompenti, «alle slavine di Cortina». Una delle sue verità è che Lavitola lavorava «per i ministeri in Sudamerica» e che senza Tarantini l’ex direttore dell’Avanti «non avrebbe avuto alcun potere su Berlusconi». Sull’indiscrezione che coinvolge anche Niccolò Ghedini, è lo stesso legale del premier a smentire Tarantini: «Mai saputo dei pagamenti» e mai «aiutato» l’imprenditore, «comunque non sarebbe antigiuridico». Mentre nel carcere di Poggioreale Tarantini attende la decisione del Riesame sulla scarcerazione, dalla magistratura pugliese arriva la notizia che a suo carico potrebbe esserci anche l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Alessia Guerrieri
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: