giovedì 1 settembre 2011
I pm valutano la congruità del prezzo delle azioni "Serravalle". Notificato il decreto di proroga delle indagini su Filippo Penati. Ed emergono nuovi nomi, tra cui quello di un imprenditore immobiliare di Varese.
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C’è anche il direttore generale del Comune di Sesto San Giovanni, Marco Bertoli, tra i 20 indagati nell’inchiesta dei pm di Monza, Walter Mapelli e Franca Mac­chia, su un presunto giro di tangenti per le aree ex Falck e Marelli. Un’indagine ormai molto complessa che conta anche altri filoni d’inchiesta, come per esem­pio “l’affaire” Milano-Serravalle. Intan­to il Comune di Sesto ha annunciato che nell’intera vicenda si costituirà parte ci­vile. L’atto di proroga delle indagini è stato notificato a tutti indagati, tra cui figura­no, tra gli altri, oltre a Filippo Penati, au­tosospesosi dal Pd e accusato di con­cussione, corruzione e finanziamento il­lecito al partito, anche gli imprenditori Giuseppe Grossi, Luigi Zunino e Piero Di Caterina (uno dei grandi accusatori dell’ex presidente della Provincia di Mi­lano), Bruno Binasco, manager del Gruppo Gavio, un responsabile di Ban­ca Intesasanpaolo, Maurizio Pagani e il vicepresidente del Consorzio Coopera­tive Costruzioni, Omer Degli Esposti. In più, due “nomi nuovi” emergono dalle carte: Michele Molina, imprenditore di Varese e il direttore generale di Sesto Ber­toli. In un interrogatorio del 17 luglio 2010 Di Caterina parla di un colloquio avuto con l’imprenditore Giuseppe Pasini, il quale gli avrebbe detto di aver versato «circa un anno fa» su «richiesta di Oldri­ni e Bertoli» un «finanziamento di 1,5 milioni di euro per la costruzione della piscina dei “Diavoli rossi” a Sesto». I pm, inoltre, nella richiesta di arresto per Penati, sulla base di recenti inter­cettazioni, scrivono che Giordano Vi­mercati, ex braccio destro di Penati, si muove nell’ambito dell’operazione im­mobiliare sull’area ex Falck «nella veste di consulente delle cooperative emilia­ne e di persona di collegamento tra gli interessi del committente e il segretario generale del Comune di Sesto, Bertoli». I pm parlano di fatti di «straordinaria at­tualità », poiché «a dieci anni di distan­za Vimercati e Degli Esposti sono anco­ra coinvolti nell’ operazione non più co­me compagni di avventura di Pasini ben­sì di Bizzi (Davide, l’immobiliarista che nei mesi scorsi ha acquistato l’area, n­dr.) ». In un’intercettazione del maggio scorso, Bertoli spiega, come ricostrui­scono i pm, che bisogna rassicurare «i bolognesi», secondo gli inquirenti, le cooperative, che «se hanno bisogno del Comune, il Comune è qui, per andare a­vanti nell’istruttoria tecnica siamo sem­pre qui». Inoltre, si legge ancora negli at­ti, nel maggio scorso «Vimercati tratta direttamente con Bertoli le metrature da riconoscere nelle varie fasi del piano di lottizzazione ex Falck, a dimostrazione del ruolo attivo che ancora ricopre nel­l’interesse delle cooperative». Inoltre, stando al racconto di Di Caterina ai pm, Bertoli lo avrebbe indirizzato da un al­tro imprenditore per «ritirare dei contri­buti », probabilmente a favore di alcuni politici. Ma non è finita. I pm di Monza, hanno disposto nuovi accertamenti per stabi­lire se il prezzo pagato nel 2005 dalla Pro­vincia di Milano (allora diretta da Pena­ti) per acquistare il 15% delle quote del­l’autostrada Milano-Serravalle dal grup­po Gavio si stato o meno congruo. L’o­perazione è costata circa 250 milioni di euro, con una plusvalenza per il gruppo Gavio di 170 milioni di euro. Gli inqui­renti, infatti, hanno nominato un com­mercialista che dovrà rileggere le “carte” dell’operazione ed hanno acquisito i do­cumenti dell’inchiesta aperta presso la Corte dei Conti della Lombardia. Palaz­zo Isimbardi, infatti, acquistò le quote della Milano-Serravalle dal gruppo Ga­vio a quasi 9 euro l’una, quote che a Ga­vio erano costate meno di 3 euro.
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