Fare la spesa senza muoversi da casa. Risparmiando (non solo sulla benzina e sul tempo) e riempendo il proprio carrello virtuale
con la miglior qualità e il minor costo possibile. È
così che il web è entrato di diritto a far parte delle abitudini
degli italiani, valido alleato contro la crisi che non accenna a
diminuire, visto che il potere d'acquisto delle famiglie continua ad andare in picchiata. Attraverso la rete le famiglie cercano di
difendere il proprio tenore di vita con un click. E se hanno iniziato comprando on-line tecnologia, viaggi e abbigliamento, adesso sono arrivati, letteralmente, alla "frutta".
Secondo uno studio Agriventure-Coldiretti lo scorso anno in
Italia la spesa alimentare in rete è stata di 132 milioni di
euro, in crescita del 18% in un anno, con aumenti stimati a due cifre anche per il 2014. Un mercato dal grande
potenziale, perché oggi solo il 9% degli utenti che fanno
acquisti su internet, compra prodotti
alimentari, il cui peso sul fatturato complessivo e-commerce è
appena dell'1,2% su un totale di 11 miliardi. Si tratta della percentuale più
bassa nell'Unione Europea, contro il primato della Gran Bretagna
con il 5,5%.
Non è un caso che Amazon Fresh, sezione del colosso
dell'e-commerce made in Usa, che da circa un anno dà la
possibilità di fare la spesa alimentare on line con consegna a
domicilio in alcune città americane, sia pronta sbarcare in
Europa partendo proprio dal Regno Unito.
Nell'attesa che arrivi anche in Italia, top secret la data, stanno avendo un discreto successo i circa 250 mila gruppi di acquisto solidale, i cosiddetti "Gas" formati da condomini, colleghi, parenti o amici che fanno la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggiose per prodotti freschi in aziende produttrici di prossimità. Un km 0 on line per consumatori puntigliosi che prenotano sulla rete quantità e prodotti di
stagione, evitando la catena della distribuzione, con un
risparmio sulla spesa dal 20% al 40% a seconda dei prodotti. Sulla rete soprattutto gli italiani si infomano: il 29%, circa 15 milioni, infatti, dichiara di fare ricerche
sul web per confrontare prezzi e caratteristiche dei cibi, ma
sono 6 milioni coloro che ormai fanno acquisti regolarmente. E anche
questa volta l'Inghilterra è un passo avanti con siti che permettono di confrontare i prezzi delle grosse catene.