L'infanta Cristina e il marito Inaki Urdangarin l'estate scorsa durante una sessione del processo a Palma di Majorca (Ansa)
Il cognato del re Felipe di Spagna, Inaki Urdangarin è stato condannato a sei anni e tre mesi di carcere (oltre al pagamento di una multa di 512.000 euro) per corruzione, mentre è stata assolta l'Infanta Cristina, sorella del sovrano. Cristina è il primo esponente della Casa Reale a finire sotto processo dal ritorno della monarchia in Spagna nel 1975.
A Palma di Majorca, il tribunale delle Baleari ha quindi riconosciuto colpevole Urdangarin e il suo socio Diego Torres nel cosiddetto caso Noos. I due sono stati condannati per di aver distratto diversi milioni di euro di sovvenzioni attribuite ad una fondazione (la fondazione Noos) da loro presieduta. Torres è stato condannato a otto anni e sei mesi. L'infanta Cristina era sotto processo con l'accusa di complicità nei confronti del marito, accusa da cui è stata assolta. Dovrà comunque pagare, la metà dell'ammenda comminata al marito, a titolo di responsabilità civile.
Il tribunale anticorruzione delle Baleari, riferisce il quotidiano El Mundo, è intenzionato a chiedere l'incarcerazione immediata di Urdangarin, misura possibile dato che la sua condanna è superiore ai sei anni di carcere.
La sentenza ridimensiona in ogni caso la posizione dell'accusa che per Urdangarin aveva chiesto 19 anni e sei mesi. L'affaire Noos era venuto alla luce nel 2011 quando il paese versava in una profonda crisi economica e aveva portato all'abdicazione nel 2014 di re Juan Carlos.
Fonti del palazzo Reale, commentando la sentenza, hanno espresso "l'assoluto rispetto dell'indipendenza del potere giudiziario".
Il re, interpellato durante una visita al Musero Thyssen, ha evitato qualsiasi commento. Il legale dell'infanta Cristina, Miquel Roca, ha invece dichiarato che la sua assistita è "soddisfatta per il riconoscimento della sua innocenza" ma "resta convinta dell'innocenza del marito".