Il rifugio alpino “Madre della Speranza”, di Solivo di Palancato (Vercelli), gestito dalle Suore della Carità - Suor Samuela Ferrari
“Altre mete? Raccontaci la tua”. Continua l'iniziativa di Avvenire per l'estate dei nostri lettori. Segnalate il luogo del cuore, quello dietro casa o lontanissimo nel mondo, ancora poco conosciuto, che sia uno scrigno di emozioni per voi e volete condividere con gli altri. Raccoglieremo le vostre proposte che arriveranno attraverso una scheda da compilare on line al link formvacanze.avvenire.it/form/.
LUOGO: Rifugio “Madre della Speranza”, Solivo di Boccioleto, in Valsesia, provincia di Vercelli
Lassù dove tutto è quiete e pace. È la baita delle suore della Carità di Novara “Madre della Speranza”, di Solivo di Palancato, a 1050 metri di altezza, un grande balcone naturale che si affaccia sulla Val Sermenza e sul piccolo comune di Boccioleto, in provincia di Vercelli, nel territorio della diocesi di Novara. Una splendida terrazza panoramica dalla quale si può contemplare e godere il meraviglioso paesaggio valsesiano in tutta la sua bellezza e incanto. Un luogo del cuore.
«Raccontare le umili origini di Solivo di Palancato - spiega la responsabile suor Samuela Ferrari, che insieme a dieci consorelle e sette volontari laici gestiscono l’alpeggio - non è soltanto cercare nei ripostogli dei ricordi cose antiche e cose nuove, ma riportare al cuore l’evento originale e sempre coinvolgente di quel “tesoro”, di quell’intuizione carismatica che ha dato vita, nel tempo, a quel luogo di pace che si raccoglie attorno a una grande famiglia che ogni giorno cammina nell’Amore sui passi della storia e della vita del meraviglioso territorio valsesiano dove noi, Sorelle della Carità, siamo chiamate a essere sorelle di tutti, segni e strumenti dell’Amore di Dio per tutti quelli che incontriamo sul nostro cammino e ospitiamo nel cuore».
«Questo progetto di amore e di speranza che Dio ci ha messo tra le mani - prosegue suor Ferrari - è la grande storia vissuta da Madre M. Aurelia Rameletti che ha iniziato a realizzare negli anni ottanta, nella mente e nel cuore con la sua vita umile, semplice e significativa, il sogno di un luogo rivisitato per l’ospitalità, scrivendo per noi, con l’audacia della carità e la forza di volontà tipica della gente di montagna, pagine stupende di coraggio evangelico, di responsabilità e profezia, di speranza e di tanti sacrifici, per realizzare il progetto di un alpeggio ospitale e accogliente per la formazione cristiana dei bambini e dei giovani, nonostante le condizioni avverse di un luogo impervio».
Solivo è un alpeggio incastonato poco sotto il santuario della Madonna del Sasso, fatto solo di sette baite che formano l’abitato, raggiungibile a piedi in quarantacinque minuti oppure con il “Solivo Express”, un trenino su monorotaia che da Boccioleto in trenta minuti sale, attraversando boschi di conifere e latifoglie, all’Alpe di Solivo. «Qui - aggiunge Ferrari - nel silenzio della montagna e nella quiete dello spirito, si può sostare per la preghiera personale o partecipare alla celebrazione quotidiana dell’Eucarestia e della liturgia delle Ore insieme alla comunità religiosa. Chi trascorre una vacanza estiva a Solivo può fare escursioni valorizzando anche l’alta montagna, naturalisticamente ancora intatta, con stupende risorse paesaggistiche, ricca di animali, di fiori, di piante. Solivo è conosciuto come un angolo di paradiso, è la “santa felicità” di sentirsi accolti e ospitati nel cuore della comunità religiosa e del team sempre attento a offrire il ristoro buono e genuino della cucina valsesiana con i prodotti tipici del suo territorio. Il “passaparola” è la serenità dello spirito, sentirsi in “famiglia” e tornare a casa con “Solivo nel cuore”».
In questi ultimi anni Solivo è divenuto un’oasi di pace per i tanti mendicanti di luce e cercatori di speranza per ritrovare la quiete dello spirito, il silenzio delle cose, l’incontro con Gesù nella preghiera personale o corale. È Lui il cuore pulsante di tutto ciò che oggi è Solivo.
COME SI ARRIVA: in auto fino a Boccioleto (Vc), poi con un sentiero a piedi o con il trenino a cremagliera.