Una
colazione per prendere a morsi l’azzardo. E per premiare due dei bar romani che
hanno detto no a slot machine e “gratta e vinci”. Fuori su piazzale Appio
Claudio (zona Tuscolana) i giochi sani d’un tempo: biliardino, forza quattro,
dama e le costruzioni in legno; in sottofondo musica e balli popolari. È una
mattinata dal profumo di passato quella di sabato, scelta dalla rete Slotmob per fare
tappa nella Capitale, dopo aver toccato già 50 città e aver coinvolto
oltre 120 associazioni.
Un incontro che doveva essere la conclusione di questo
viaggio contro il gioco d’azzardo, ma in realtà si è trasformato in un nuovo inizio
per allargare ancor di più la rete di sensibilizzazione. “È il rilancio di un’azione dal basso per cambiare
la scala dei valori della società”, dice
infatti l’economista Leonardo Becchetti, tra i primi sostenitori della campagna
per liberare i bar dalle slot. Con l’ambizione di modificare anche i criteri
del mondo delle imprese. “Un primo passo è
arrivato – aggiunge – visto che Sistema gioco Italia ha annunciato di voler
togliere 11mila punti vendita”, che
significa 42mila vtl in meno. Obiettivo numero uno adesso, comunque, è andare
avanti "sia nel percorso di presa di coscienza diffusa, superando la logica
della sconfitta a priori” contro le grandi
lobby dell’azzardo – aggiungono i coordinatori nazionali Carlo Cefaloni
(Movimento dei Focolari e Libera) e Gabriele Mandolesi – sia aumentando la
collaborazione con sindaci e parlamentari, “per
arrivare presto a una legge nazionale che restituisca poteri ai Comuni e premi
le buone pratiche”.
Foto Siciliani