«A tutti chiedo una sola cosa: che le nostre scuole siano più sicure perché altre mamme e altri papà non debbano soffrire come noi». Così il 3 novembre 2002 l’appello di Nunziatina, mamma di Luigi, uno dei 27 piccoli 'angeli' di San Giuliano di Puglia, il giorno del funerale dei bimbi morti nel crollo della loro scuola. Un drammatico appello che abbiamo più volte ricordato in questi 13 anni per denunciare ritardi e inadempienze. Ora le risposte sembrano arrivare davvero. Fondi veri, nuovi e recuperando quelli (troppi) non spesi, strumenti operativi chiesti da anni dalle associazioni del volontariato, sostegno ai comuni perché gli stanziamenti siano utilizzati e bene. E, finalmente, la possibilità di sforare quei vincoli di bilancio per gli enti locali (il solito Patto di stabilità...) che impedivano di usare i fondi già destinati. Si volta davvero pagina, anche se restano alcuni ritardi, carenze, strumenti da registrare, come denunciano le associazioni (vedi intervista). E ora si dovrà davvero accelerare, per mettere in sicurezza le oltre 42mila scuole italiane, edifici costruiti nel 60% dei casi tra il 1960 e il 1970, spesso non idonei, degradati e oggetto solo di interventi 'tampone' e parziali. Ma già i primi numeri sono molto positivi. Negli ultimi due anni sono stati aperti 3.674 cantieri, 2.419 dei quali già chiusi. Nel 2016 ne apriranno altri 1.747. Partiamo dagli strumenti. Finalmente dopo vent’anni dalla sua istituzione è stata resa operativa l’Anagrafe per l’edilizia scolastica, affiancata dall’Osservatorio per l’edilizia scolastica. Arrivano con un gravissimo ritardo, saranno fondamentali per conoscere lo stato salute delle scuole italiane e gli interventi nel tempo, ma andrà fatta funzionare meglio. Qui la responsabilità è soprattutto delle regioni e dei comuni: troppi dati ancora imprecisi, vecchi, non aggiornati o, addirittura, mancanti. Lo denunciano sia le associa- zioni che la Struttura di missione del governo 'Scuolasicura'. Altro concreto passo in avanti è la creazione per la prima volta di un’unica graduatoria nazionale per i finanziamenti dei progetti di edilizia scolastica, superando lo spezzettamento tra vari enti, centrali e locali, che aveva portato nel passato a sovrapposizioni e sprechi (più finanziamenti, inutili, per uno stesso edificio). Fondi che vanno, però, spesi. Così è decisamente importante, e anche questo atteso da anni, quanto previsto dalla Legge di stabilità approvata a dicembre: ben 480 milioni di euro di esclusione dai vincoli di bilancio per gli enti locali, una strada già intrapresa dal 2014 con 344 milioni di sblocco patto, coi quali 454 comuni e 107 province e città metropolitane hanno finanziato la ristrutturazione degli istituti e la costruzione di nuovi. Sul sito Italiasicura. governo.it saranno presto indicate le modalità con cui gli enti dovranno segnalare, entro l’1 marzo, gli spazi finanziari di cui necessitano. E c’è anche spazio per la trasparenza. Sempre sullo stesso portale la sezione 'Il cantiere del giorno' fotografa gli interventi e le opere più interessanti. Soldi vecchi da sbloccare e soldi nuovissimi. Sono i 905 milioni per 1.215 interventi nella prima annualità, attraverso mutui trentennali a totale carico dello Stato che tutte le regioni hanno stipulato entro dicembre scorso con la Cassa depositi e prestiti. Così, ad esempio, l’Emilia Romagna ha ottenuto 57 milioni per 225 interventi, il Veneto 70 milioni per 94 cantieri, la Sicilia 77 milioni per 120 interventi. Altrettanto nuovi, e molto attesi, sono i 40 milioni per la diagnostica dei solai di oltre 7mila edifici scolastici. Un intervento molto importante (non pochi gli incidenti negli ultimi anni) e per questo comuni e regioni dovranno affidare le indagini entro il 31 gennaio. E altri 40 milioni sono già disponibili per rendere più sicure 50 scuole nelle zone a più alto rischio sismico (altri interventi saranno realizzati coi fondi per la sicurezza generale). Infine un decreto del Presidente del Consiglio prevede controlli antisismici con una nuova metodologia diagnostica, per spendere bene e rapidamente i fondi e evitare drammi come quello di 13 anni fa.