Il disvelamento del totem multimediale - ANSA
Dei 1.259 ebrei che il 18 ottobre 1943 partirono dal binario 1 della stazione di Roma Tiburtina per essere deportatati nel campo di sterminio di Birkenau, solo 16 tornarono a casa: 15 uomini e 1 donna. Nessun bambino. Oggi, ottant'anni dopo, su quello stesso binario è stata posizionata un'installazione multimediale che, attraverso la viva voce dei deportati sopravvissuti, ripercorre il rastrellamento degli ebrei romani e i terribili giorni della Shoah. Dopo la stazione di Milano Centrale, anche Roma ha, dunque, il suo binario della Memoria, «un altro mattoncino per non dimenticare», come ha spiegato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
I filmati d'epoca sono degli archivi dell'Istituto Luce-Cinecittà - ANSA
Sullo schermo scorre il video che racconta gli orrori dell'Olocausto. Le immagini e i documenti raccolti dall'Istituto Luce-Cinecittà ripercorrono l'incubo di chi fu strappato dalla propria casa per «essere portato verso un tragico destino», per usare le parole dell'amministratore delegato di Fs, Luigi Ferraris. A inaugurare l'installazione anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha sottolineato l'importanza di «scolpire nei luoghi segni tangibili della Memoria e del ricordo». Il binario 1 dev'essere «il simbolo di un abisso che non dobbiamo dimenticare», è stato il monito del presidente della regione Lazio, Francesco Rocca. «Non giriamoci dall'altra parte, non facciamo cadere nel vuoto quegli atti di antisemitismo», l'appello della vicepresidente della commissione contro il razzismo e l'antisemitismo, Ester Mieli.
Inevitabile un riferimento all'attualità, caratterizzata dai sempre più frequenti atti e manifestazioni antisemite, soprattutto dopo il 7 ottobre. Il presidente della comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, ha ricordato le recenti manifestazioni universitarie (per protestare contro gli accordi con atenei israeliani e con una fondazione di Leonardo Spa, società che ha venduto armi all'esercito israeliano) definendo il mondo accademico «troppo politicizzato». «Non è consono a un Paese civile come l'Italia», ha detto riferendosi alle proteste contro Maurizio Molinari alla Federico II di Napoli. Il presidente della Fondazione museo della Shoah, Mario Venezia, ha invece sottolineato come «certe manifestazioni attuali di antisemitismo non siano compiute solo da persone giovani, ma anche da tante persone adulte che non hanno studiato abbastanza gli eventi». Rocca, invece, ha ricordato gli adesivi antisemiti comparsi ieri nel quartiere di Portonaccio ad opera di qualche tifoso romanista, l'ennesima offesa «alla memoria di questa città».
L'installazione al binario 1 della Stazione Tiburtina - ANSA
A margine della cerimonia il ministro Sangiuliano è tornato a parlare dell'apertura del museo della Shoah. Il luogo prescelto potrebbe restare un'area verde, attualmente chiusa al pubblico, confinante con Villa Torlonia, dove in questi giorni sono stati effettuati alcuni sopralluoghi per «verificare la staticità nel terreno». Si tratta di un posto simbolo per gli ebrei romani. Lì, infatti, Benito Mussolini abitò dal 22 luglio del 1925 al 25 luglio 1943, giorno della sua deposizione. Nel 1918 vennero scoperte le più antiche catacombe ebraiche italiane. Dopo anni di rinvii un altro "mattoncino" potrebbe dunque essere aggiunto alla creazione di un museo sulla Shoah, in memoria degli orrori dei campi di sterminio.