venerdì 12 gennaio 2024
I provvedimenti presi dalla procura di Macerata nell'ambito dell'inchiesta sul quadro rubato nel 2013 in Piemonte. Il sottosegretario ha consegnato l'opera, ma continua a respingere le accuse
«Tutti insieme appassionatamente contro di me. Vogliono farmi le scarpe? Eccole!'», ha scritto Vittorio Sgarbi su facebook nei giorni scorsi.

«Tutti insieme appassionatamente contro di me. Vogliono farmi le scarpe? Eccole!'», ha scritto Vittorio Sgarbi su facebook nei giorni scorsi. - ANSA

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Nuova tappa del procedimento giudiziario contro Vittorio Sgarbi. Sono state perquisite le abitazioni del sottosegretario alla Cultura, che da qualche giorno è indagato per riciclaggio di beni culturali dalla procura di Macerata per la vicenda del quadro “La cattura di San Pietro” del pittore caravaggesco Rutilio Manetti, esponente del Seicento senese. Il dipinto è al centro di un fascicolo giudiziario aperto perché è un’opera che fu rubato nel 2013 dal castello di Buriasco in Piemonte, ma nel 2021 sarebbe riapparso in una mostra di Lucca in una versione definita “inedita” di proprietà di Sgarbi.
I pm di Macerata, ai quali il fascicolo è stato trasmesso dato che il sottosegretario ha la sua residenza a San Severino Marche, hanno disposto così il sequestro della tela, che ha un valore stimato di diverse centinaia di migliaia di euro. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio, su ordine del procuratore capo Giovanni Narbone e del sostituto Claudio Rastrelli, si sono presentati nelle tre abitazioni del critico d’arte, oltre a quella nelle Marche ci sono quella di Roma e quella di Ro Ferrarese. Sgarbi, che respinge ogni accusa, non ha potuto far altro che consegnare spontaneamente il dipinto., che sarà sottoposto ora agli accertamenti. È possibile immaginare infatti che il prossimo passo dell’indagine sarà quello di confrontare “La cattura” in possesso di Sgarbi con il lembo di tela originale che i ladri hanno lasciato attaccato alla cornice al momento del furto. I carabinieri hanno prelevato anche dispositivi informatici e documenti.
Dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, il sottosegretario si era difeso con una foto su Facebook nella quale si mostrava seduto su una sedia in un museo, scalzo con accanto un paio di scarpe: “Vogliono farmi le scarpe? Eccole!”, ha scritto. Dice il sottosegretario: “Il quadro originale è il mio, l’altro era una copia mal fatta. Io trovai il vero Manetti nella villa di Viterbo che stavo restaurando e che apparteneva alla cognata di papa Innocenzo X. Perché mai avrei dovuto esporre un falso?”. Il dipinto in possesso di Sgarbi presenta una candela, che secondo l’accusa sarebbe stata disegnata da un falsario, non identificato, sulla tela ritenuta originale dagli inquirenti.

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