Porte aperte in tutte le celle delle carceri dell'Emilia-Romagna, per far sì "che all'angoscia del terremoto non si aggiunga quella della claustrofobia di essere in un posto chiuso da cui non si possa uscire". La misura, già annunciata nei giorni scorsi, è stata ribadita questa mattina dal ministro della Giustizia, Paola Severino, oggi in visita all'istituto bolognese della Dozza. "Abbiamo fatto in modo che tutte le celle restino aperte, di giorno e di notte, per non aggiungere angoscia all'angoscia dei detenuti, che potrebbero trovarsi a pensare di non poter uscire".Il mantenimento delle celle aperte, partito subito dopo le forti scosse, è possibile "grazie ai direttori e all'aiuto della Polizia penitenziaria". In questo modo, "se dovesse esserci la necessità di defluire, i detenuti avrebbero il sollievo di pensare che c'è una via di fuga", dice Severino. Quanto alle condizioni delle carceri, "al momento non ci sono zone inagibili nel carcere di Bologna, i riscontri fatti sono rassicuranti".