Un'ora alla settimana a volte può cambiare la vita. La tua e quella di chi ancora non conosci. Vivere a Milano e "incastrare" nella frenesia che tutti ben conosciamo, fatta di impegni lavorativi e domestici, di traffico impazzito e mail che si accumulano, di bimbi da accompagnare a scuola e cene da improvvisare, una piccola pausa per regalare la cosa più preziosa che abbiamo, il tempo che non è denaro ma vita, ad un'altra persona. Che invece è sola e trascorre lunghe giornate davanti alla televisione, senza neanche ricevere una telefonata. Non è una città per vecchi, inutile nasconderselo. Le distanze, fisiche ma non solo, si dilatano in maniera esponenziale con il passar degli anni. La vita è cara, i rapporti con i vicini spesso inesistenti, i luoghi d'incontro troppo pochi. Una mano d'aiuto per uscire da questa bolla di solitudine e tristezza arriva dal mondo, variegato e davvero sorprendente, del volontariato. Tantissime le associazioni presenti in città e tagliate su misura per gli anziani soli. Tra queste c'è
Seneca: una piccola realtà in continua espansione. Ducentocinquanta volontari sul campo, trecento assistiti e tantissime richieste di aiuto (filtrate dai servizi sociali). Diventare volontari è facile e non servono competenze specifiche ma solo una grande empatia, la capacità di ascoltare, di sorridere e di capire. Un sostegno amichevole, una passeggiata, un sosta al supermercato o in un bar per un caffé. L'assistenza è prevalentemente domiciliare ma ci sono anche progetti di socializzazione nei quartieri popolari, laboratori teatrali e di danza, interventi di assistenza ai malati di Alzheimer e un percorso per dimissioni "protette" dall'ospedale. Per iniziare ad operare sul "campo" basta frequentare il corso di formazione che parte proprio sabato prossimo (il 18 ottobre) e prevede quattro incontri presso la sede di via Montevideo 8 (per informazioni telefonare allo 02-89420532 o scrivere a seneca@associazioneseneca.org) della durata di tre ore ciascuno (9-12). A sorpresa tra gli aspiranti volontari non ci sono solo pensionati o casalinghe ma anche tantissimi giovani, desiderosi di "adottare" un nonno.