martedì 8 ottobre 2024
Solo l'alleanza sanitaria tra tre diverse strutture ospedaliere: l'Annunziata di Cosenza, Il Bambino Gesù di Roma e il San Vincenzo di Taormina ha potuto fare il miracolo
Foto di gruppo dell'equipe medica

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Un’alleanza sanitaria sull’asse Roma-Taormina-Cosenza ha salvato una neonata cosentina che ventiquattro ore dopo la nascita era in pericolo di vita a causa di un’insufficienza respiratoria acuta: soffriva d’una grave ipertensione polmonare congenita. Nata nell’ospedale civile di Cosenza, è stata trasferita nel reparto di Terapia intensiva neonatale (Tin) e sottoposta a ventilazione meccanica, ma il suo quadro clinico non è migliorato. È emersa la necessità di procedere a una Ecmo: tecnica di circolazione extracorporea alla quale si ricorre temporaneamente quando i pazienti hanno un'insufficienza cardiaca e respiratoria che minaccia la sopravvivenza. D’intesa col “Bambino Gesù” di Roma, con cui i sanitari del nosocomio cosentino lavorano in stretta collaborazione, considerata anche la distanza tra Cosenza e la capitale, è stato deciso di sottoporre la bimba a un intervento chirurgico d’urgenza, chiamando ad eseguirlo un’équipe del Centro di cardiochirurgia pediatrica del Mediterraneo (Ccpm) del “Bambino Gesù” attivo nell’ospedale “San Vincenzo” di Taormina, dal quale i sanitari sono stati prelevati da un elicottero del 118 allertato dalla prefettura di Messina.

Due ore dopo la richiesta, il team del Ccpm era nella sala operatoria dell’ospedale “Santissima Annunziata” di Cosenza dove è stato impiantato un sistema Ecmo respiratorio da trasporto. Al fianco degli specialisti siciliani l’equipe della Neonatologia dell’ospedale calabrese con in testa la dottoressa Maria Lucente e il direttore dell’Unità operativa di Neonatologia e del dipartimento Materno Infantile Gianfranco Scarpelli. Concluso l’intervento la neonata è stata trasferita sempre in elicottero a Taormina, dove si trova ricoverata nel reparto di Terapia intensiva. L’équipe del Ccpm che ha eseguito l'impianto era composta da Rosanna Zanai (anestesista), Chiara Tornambè (perfusionista), Antonella Pino e Ivana Piliatti (infermieri specializzati) e dai cardiochirurghi Ines Andriani e Sasha Agati.

«La bambina – ha spiegato Sasha Agati dopo l’intervento - è stabile, stiamo eseguendo degli accurati esami diagnostici per escludere anche delle patologie cardiache concomitanti». Il dottore Gianfranco Scarpelli mostra soddisfazione per lo straordinario risultato ottenuto dalla sinergia sanitaria, sottolineando la presenza nell’ospedale cosentino d’attrezzature all’avanguardia che hanno permesso di ternare in vita la piccola nella fase critica iniziale, sino all’intervento che viene effettuato solo in pochi centri iperspecializzati in Italia.

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