7.371 persone seguite e oltre 2.167.311 ore di assistenza diretta. Sono due numeri significativi che emergono dal Bilancio di missione 2013 della Sacra Famiglia, presentato oggi nella sede della Fondazione a Cesano Boscone, e che danno l'idea di quanta attività venga svolta verso i più deboli.
Il documento descrive il lavoro che viene fatto con le persone fragili di cui si prende cura la Fondazione, mettendo in luce, oltre ai numeri, anche l’identità e i valori dell’ente. La Sacra Famiglia annovera 15 sedi in tre Regioni (11 in Lombardia, 1 in Piemonte e 3 in Liguria), che mettono nel complesso a disposizione 1.900 posti letto. I dipendenti e i collaboratori impegnati nelle varie strutture sono, in totale, 1.950, di cui 235 sono stati assunti nel 2013. E i volontari che prestano la loro preziosa opera sono 840.
In quanto ai nuovi progetti realizzati nel 2013, tra quelli più importanti ci sono l’hospice di Inzago, i servizi di counseling per l’autismo, il progetto di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, la gestione della Rsa (residenza sanitaria assistita) Borsieri di Lecco e della residenza La Magnolia di Castronno. Nel 2013 è stato avviato anche l’innovativo servizio di Rsa Aperta, che permette di erogare prestazioni presso il domicilio della persona anziana.
Sul piano culturale, c'è da segnalare la riapertura del teatro della Fondazione presso la sede di Cesano Boscone, con la proposizione di una stagione di spettacoli aperti al territorio e finalizzati anche alla raccolta fondi.
Il Bilancio di missione analizza poi i dati economici. Nel 2013 si è verificato un contenuto aumento dei ricavi rispetto al 2012, anche attraverso l’ampliamento dell’offerta. Inoltre, sono state avviate diverse azioni per il miglioramento della qualità dei servizi destinati agli ospiti. Dai dati emerge che la Sacra Famiglia ha speso per la missione più di quanto ha ricevuto dal settore pubblico e dal privato. L’onere sostenuto è tuttavia diminuito rispetto al 2012 quando era stato di 4,5 milioni di euro.
“L’emergere di nuovi bisogni e le mutate esigenze delle famiglie - ha spiegato don Vincenzo Barbante, presidente della Fondazione Sacra Famiglia - ci chiedono ancora una volta di rileggere la nostra missione alla luce dell’evoluzione delle politiche di welfare e dei servizi alla persona. Per questo, in continuità con il cammino fin qui compiuto, la Fondazione è impegnata a interpretare e dare risposta alle nuove fragilità, consolidare relazioni con i soggetti pubblici e privati del sistema di welfare, ripensare modalità organizzative e di gestione efficaci ed insieme sostenibili, mettendo la nostra centenaria esperienza al servizio delle comunità in cui siamo chiamati a operare. Con lo stile che da sempre contraddistingue il nostro modo di essere e lavorare, come famiglia che aiuta altre famiglie”.
“Nonostante la Fondazione stia risentendo gli effetti della crisi - ha aggiunto Paolo Pigni, direttore generale della Sacra Famiglia - non abbiamo ridotto la quantità e la qualità delle cure prestate ai nostri ospiti e alle loro famiglie. E non abbiamo ridimensionato il personale. Questa scelta di non abdicare nei confronti della nostra missione e dei nostri valori di responsabilità sociale ha fatto lievitare leggermente il disavanzo dell’esercizio. Ma è stata una scelta che dimostra la nostra totale attenzione ai bisogni”.