Maurizio Gasparri parte all'attacco sulla Ru486, dopo la morte della 37enne torinese morta dopo l'assunzione del farmaco abrotivo. «È il primo episodio in Italia, ma in America, dove la pillola è più diffusa circostanze di decessi sono più frequenti. Sollevai anni fa tutti i rischi dell'assunzione della Ru486 e la superficialità dei vertici dell'Aifa e del direttore Raisi che ne sottovalutavano le problematiche. Riuscimmo ad ottenere l'assunzione in Italia della pillola sintetica solo previo ricovero ospedaliero, ma ora in molte regioni, compreso il Lazio di Zingaretti stanno adottando direttive per concedere la Ru a casa». «Ma siamo impazziti? - denuncia il sanatore di Forza Italia - I rischi per la salute delle donne sono enormi, dal momento che si ingerisce e fino all'espulsione definitiva del feto. È intollerabile la disinformazione, la faciloneria con la quale si gioca con la vita. Chiedo che il ministro della Salute venga a riferire con urgenza in Parlamento su quanto accaduto all'ospedale Martini di Torino. Va fatta piena chiarezza perchè il dramma della morte di una giovane mamma possa essere da monito per tante altre».Per Silvio Viale, ginecologo,
promotore della pillola abortiva ed esponente radicale, la
morte della 37enne è dovuta a
una «tragica fatalità» che non ha nesso con la pillola
abortiva.
Viale teme ora le strumentalizzazioni e avverte "nessun
panico, nessuna retromarcia politica" sulla pillola
abortiva. «Al massimo - dice Viale - ci può essere una
relazione con altri farmaci che sono impiegati in tutte le
pratiche abortive» e in particolare le prostaglandine
utilizzate «addirittura in travaglio di parto». «Sarà
l'autopsia ad accertare le cause - aggiunge - ma questo è un
farmaco di contorno, di supporto».