Una donna spala il fafo nel giardino di casa - Ansa
L’Emilia-Romagna si accinge a celebrare il triste anniversario dell’alluvione del 2023. Dopo aver affrontato la ricostruzione del terremoto del 2012, la strada si fa di nuovo in salita. Venerdì scorso è stato presentato lo stato di fatto a distanza di un anno. Il primo pensiero è andato alle 17 vittime e alle loro famiglie, poi alle decine di migliaia di sfollati che hanno perso le loro abitazioni e i ricordi di una vita, infine agli imprenditori messi in ginocchio.
Ammontano infatti a ben 8,5 miliardi i danni certificati all’Unione europea a causa di questo evento, definito dalla Commissione tecnica della Regione “uno spartiacque tra passato e futuro nel settore della difesa idraulica e idrogeologica del territorio”. Finora, i ristori sono arrivati alle famiglie attraverso il Contributo per l’autonoma sistemazione (Cas) per un ammontare di 7,6 milioni di euro, distribuiti a quasi 10.000 famiglie. Tramite il Cis (Contributo di immediato sostegno) sono stati poi distribuiti 70 milioni e 995mila euro a 23.665 nuclei e altri 31 milioni e 930mila sono in arrivo come saldo per 17.514 aventi diritto. In aggiunta, 52 milioni di euro sono arrivati dai privati tramite la raccolta fondi “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”: di questi sono stati distribuiti finora 19 milioni, equamente divisi tra famiglie, imprese e infrastrutture.
Resta indietro l’agricoltura, che, a fronte di danni per oltre un miliardo, ha ricevuto ristori per soli 325 milioni. Proseguono anche gli interventi sul territorio: sono più di 400 i cantieri avviati (e in parte conclusi), per un investimento di circa 343 milioni di euro. Nel frattempo, si sta lavorando al Piano speciale definitivo, che verrà approvato dalla struttura commissariale entro giugno. Comprenderà l’aggiornamento delle prime linee di intervento e l’integrazione delle progettualità individuate sul reticolo idrografico principale, secondario e di bonifica e sui versanti pedecollinari, collinari e montuosi. La Vicepresidente della Regione Irene Priolo è intervenuta denunciando da un lato la scarsità di fondi rispetto al fabbisogno, dall’altra quella di personale da impiegare nella ricostruzione. Mancano anche, ha detto, “il decreto sul credito d’imposta, l’accordo con la Cassa depositi e prestiti e l’accordo con le banche”. I Sindaci dei Comuni più colpiti sono critici. Massimo Isola, sindaco di Faenza, ha denunciato come con i ristori «siamo ancora troppo indietro. La macchina purtroppo non sta funzionando, scavando forti disuguaglianze sociali: cittadini e imprese che hanno possibilità economiche hanno potuto fare investimenti. Chi, invece, non ha potuto, non sta riuscendo a ripristinare abitazioni o aziende. A dirlo sono i numeri: a sei mesi dall’apertura della piattaforma Sfinge (predisposta dalla Regione per richiedere i ristori, n.d.r.), le istruttorie concluse per ottenere i finanziamenti sono appena per nove cittadini e un’impresa. Qualsiasi commento è superfluo. A Faenza risultano aperte ancora 463 pratiche di Cas. Significa che 463 cittadini, pur mantenendo la residenza, sono ancora impossibilitati a rientrare nelle abitazioni», ha detto, pur elogiando l’immenso lavoro di ricostruzione svolto sul territorio. È ancora più lapidario Michele De Pascale, Sindaco di Ravenna: «È trascorso un anno dall’alluvione che ha devastato le nostre terre e ancora ad oggi il Governo Meloni non ha previsto che siano indennizzabili i mobili ed elettrodomestici danneggiati e distrutti», ha evidenziato. «Ora basta, non c’è più tempo. Il Governo onori l’anniversario dell’alluvione emanando un decreto che consenta di indennizzare anche i beni mobili, che per tanti cittadini alluvionati rappresentano una parte molto significativa dei danni».
«Mi piacerebbe avere la bacchetta magica per fare diversamente» ha risposto ai solleciti del territorio il commissario alla ricostruzione Francesco Figliuolo, nel punto stampa al Comune di Casalfiumanese. «I lavori ci sono ma l’evento è stato talmente grande e non è che si possono aprire contemporaneamente tutti i cantieri» ha aggiunto, ricordando che per la ricostruzione pubblica per il medio e breve periodo sono stati già stanziati circa un miliardo e 630 milioni, con oltre 6.500 interventi suddivisi fra somme urgenze e interventi di medio termine.