Ancora uno stupro nella Capitale. E stavolta avvenuto dopo una rapina ai danni di una coppietta che si era appartata a bordo di un'autovettura in una zona isolata di Guidonia Montecelio, alle porte di Roma. Un gruppo di immigrati, probabilmente originari dell'Est europeo, 5 in tutto, ha aggredito la coppia rapinando poco denaro e qualche oggetto prezioso. Dopo la rapina, però, il ragazzo di 24 anni è stato picchiato e chiuso all'interno del bagagliaio della vettura e la ragazza è stata quindi stuprata a turno dai 5 individui. L'episodio è stato denunciato ai carabinieri della compagnia di Tivoli che adesso sono al lavoro per individuare gli eventuali responsabili.
Maroni: «Servono più controlli». La nuova violenza carnale di questa mattina nei pressi di Guidonia a nord di Roma «è un fatto gravissimo, che richiede un maggior controllo del territorio per questo dobbiamo rafforzare il dispositivo». È il commento del ministro degli Interni, Roberto Maroni. «Abbiamo dispiegato tremila militari nelle città con eccellenti risultati - spiega Maroni in conferenza stampa a Palazzo Chigi - per il 2009 abbiamo stanziato 100 milioni per strutture di video sorveglianza destinate alla sicurezza urbana». «Ora daremo il via alla seconda fase dell'utilizzo dei militari per altri sei mesi che partirà il prossimo 4 febbraio - dice Maroni - abbiamo avuto un'ottima collaborazione dei sindaci, in particolare da quello di Roma dove ci sono comunità particolari, la presenza di campi nomadi determina insicurezza, continueremo a smantellarli».
Mercoledì un altra donna stuprata da due immigrati. L’hanno seguita quand’è scesa dal 916 in via Andersen e si è avviata verso casa. Poi l’hanno aggredita. Trascinata dietro ai cespugli di un vicolo poco illuminato. «Uno mi teneva ferma. L’altro mi ha violentata. Io non riuscivo neanche a urlare». La donna di 41 anni, stuprata mercoledì poco prima delle 22 a Quartaccio, vicino Primavalle, periferia ovest della Capitale, racconta agli investigatori, tra lacrime e silenzi terribili la dinamica della brutale aggressione di cui è stata vittima. Gli aggressori sarebbero due immigrati (un gruppo di baracche è proprio vicino al luogo dell’aggressione). «Gli esperti della Squadra mobile non hanno smesso un attimo di lavorare – dice il questore di Roma Giuseppe Caruso – e io sono ottimista, spero in una soluzione quanto più rapida possibile». Il sindaco Gianni Alemanno ha annunciato che il Campidoglio si costituirà parte civile - se ci sarà un processo - e un «nuovo pacchetto di misure per una campagna straordinaria contro la violenza sulle donne». Ma Pd e Idv polemizzano: la sicurezza – attacca il centrosinistra – sta solo nelle promesse da campagna elettorale. Dopo lo stupro la donna, che ha un banco di frutta in zona ed è madre di un ragazzo, ha telefonato a un parente. Al Gemelli i sanitari hanno riscontrato lesioni compatibili «con una aggressione a sfondo sessuale». Dimessa con 20 giorni di prognosi. Gli agenti della Mobile l’hanno ascoltata di nuovo ieri mattina con l’aiuto di uno psicologo. Di uno dei due criminali avrebbero un identikit parziale. «Se lo Stato e le forze dell’ordine non ci aiutano, siamo pronti a organizzarci da soli», dicono gli abitanti di via Andersen. «Qui è tutta gente dell’Est – conferma Franco, pensionato – e la sera è buio e il rischio è dietro l’angolo». Per il Campidoglio non è una giornata facile. «Questo nuovo episodio di violenza ci preoccupa profondamente» dice Alemanno che annuncia che il Comune si costituirà parte civile. «Faremo il punto sul controllo del territorio – aggiunge – dopo i molti sforzi di forze dell’ordine e forze armate».Il sindaco convocherà il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza «per individuare nuove misure da discutere nel consiglio comunale straordinario sulla violenza sessuale già programmato per il 29 gennaio. Lanceremo una vera e propria mobilitazione cittadina». Ma l’opposizione attacca: ad aprile la studentessa africana violentata alla stazione della Storta, ad agosto la campeggiatrice olandese a Ponte Galeria, poi lo stupro alla festa di Capodanno alla Nuova Fiera di Roma. E ora, nemmeno un mese dopo, un’altra violenza. Sulla falsariga di quella contro Giovanna Reggiani, finita in omicidio, su cui il centrodestra scatenò il "processo" all’allora sindaco Walter Veltroni: «Le ronde militari, propagandate come una panacea – chiede Vincenzo Cermai, ministro ombra alla Cultura del Pd – dove stanno, cosa fanno, a cosa servono? Le promesse di sicurezza sbandierate in campagna elettorale sono finite in soffitta, i romani se ne stanno accorgendo». «Alemanno non ha la bacchetta magica per risolvere gli enormi danni prodotti da 15 anni di disastrosi governi di sinistra», replica Barbara Saltamartini, responsabile Pari opportunità di An.
Caso Reggiani: appello per l'ergastolo. Romulus Nicolae Mailat merita l’ergastolo e, quindi, nessuno sconto di pena. La procura della capitale insiste sulla sua posizione nei confronti del romeno che il 30 ottobre del 2007 ha aggredito all’uscita della stazione di Tor di Quinto la 47enne Giovanna Reggiani, morta due giorni dopo per le ferite riportate e ha depositato l’appello contro la sentenza che il 29 ottobre dello scorso anno ha condannato l’imputato a 29 anni di reclusione per omicidio volontario, rapina e violenza sessuale. Mailat ha scampato il carcere a vita perché i giudici l’ambiente degradato in cui Mailat è vissuto non può costituire una ragione per dare le attenuanti. Si finirebbe così per giustificare, argomenta la procura generale, in astratto tutti i crimini commessi da coloro che vivono nei campi nomadi. La procura, ancora, ha respinto l’impostazione del delitto occasionale. Mailat ha agito in maniera consapevole con una progressione criminale tesa all’eliminazione della donna.