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Cinque senza dimora sono stati multati ieri dalle Forze dell'ordine nella zona della stazione Termini di Roma. Non erano insieme e sono stati fermati e controllati da Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza in cinque controlli diversi. Non avrebbero giustificato la loro presenza in strada. Si tratta di cinque ospiti registrati dell'ostello della Caritas diocesana della Capitale. E questo hanno detto quando sono stati fermati, esibendo il tesserino che viene rilasciato agli utenti dei servizi Caritas.
Ma non è bastato. "Devi restare dentro, non puoi andare il giro", hanno detto gli agenti. "Ma non li possiamo tenere chiusi, non è un carcere", aveva avvertito alcuni giorni fa don Benoni Ambarus, direttore della Caritas romana che ora si è offerta di pagare la multa dei cinque. È già stato contattato il prefetto Gerarda Pantalone, per segnalarle l'incredibile vicenda, inviandole copia di tre verbali, e per assicurare che comunque sarà la Caritas a saldare. Ma c'è un altro problema, ancor più grave di quello economico. "La violazione del decreto emergenza coronavirus - sottolinea don Ben - è reato penale che resterà registrato sul casellario giudiziario. Spero davvero che i verbali possano essere annullati". Intanto la Prefettura ha convocato un coordinamento interforze per evitare che si ripetano fatti del genere. E sicuramente c'è stato un interessamento anche più in "alto".
Oltretutto in questo momento l'ostello sta ospitando 186 senza dimora e non possono essere rispettate le distanze prescritte dalle norme per l'emergenza coronavirus. Anche perchè gli ostelli servono per dormire e certo non per starci tutto il giorno. Insomma questi ultimi tra gli ultimi sono a rischio, e comunque fuori norma sia dentro che fuori.
Si sta cercando una soluzione per spostarne una metà, assicurando così maggiore spazio. E non è l'unico servizio garantito ai senza dimora. Alla Cittadella della Carità di Ponte Casilino ne sono ospitati 94, altri 76 nell'ostello di Ostia e 70 nella struttura predisposta per il "piano freddo". Sono 60 quelli che dormono, e ora vivono tutto il giorno, nelle parrocchie: erano un centinaio ma è stato necessario ridurli proprio per le norme sullo distanze. Sempre le parrocchie ospitano trenta rifugiati. Mentre la Caritas continua a gestire due Sprar (ora Siproimi), uno femminile ad Acilia, con 60 tra mamme e bambini, e uno maschile in via del Mandrione, con 80 persone. Per tutti i senza dimora vengono distribuiti circa mille pasti al giorno, come sempre, anche se ora per rispettare le norme sono da asporto, proprio per evitare la presenza contemporanea di molte persone in spazi limitati. Funziona ovviamente anche l'ambulatorio della Caritas che si trova proprio a fianco dell'ostello. In questi giorni, grazie a operatori e volontari, è uno strumento preziosissimo non solo per il controllo della salute dei senza dimora, ma anche di informazione sul coronavirus, sulle precauzioni da prendere e per tranquillizzare chi è maggiormente preoccupato, perchè solo o debole.