Prosegue l’offensiva delle Regioni contro l’azzardo. Il fronte “no slot” si allarga alla Puglia, che sta discutendo una proposta di legge in Consiglio regionale «L’auspicio – dice Attilio Simeone, avvocato barese, coordinatore nazionale del Cartello “Insieme contro l’azzardo” – è che il Consiglio, così come ha fatto la commissione competente, il 5 dicembre approvi la proposta all’unanimità, perché sarebbe segno di una ormai matura coscienza civile e politica».La proposta doveva diventare legge già lo scorso 12 novembre, ma l’approvazione venne rinviata dopo la richiesta dell’assessore alla Salute, Elena Gentile, di sospendere la discussione del testo in attesa di conoscere il parere definitivo del Ministero in merito all’uscita della Puglia dal Piano di rientro sanitario.«L’azzardo in Puglia è una vera piaga sociale», continua Simeone. Basti pensare che «nel 2012, nelle province pugliesi si è registrato un aumento medio del 20% delle spese legate al gioco rispetto all’anno precedente. Peggio hanno fatto la provincia e la città di Taranto. La crisi occupazionale che si è acuita dopo i tagli ai posti di lavoro all’Ilva e all’indotto ha peggiorato perfino questo aspetto della vita sociale, tanto che molte persone hanno pensato di rimediare alla mancanza di lavoro attraverso il gioco».La proposta prevede, tra l’altro, che nuove autorizzazioni per sale da gioco e l’installazione di apparecchi da gioco non saranno concesse se, in un raggio non inferiore a cinquecento metri, ci sono scuole, luoghi di culto, oratori, impianti sportivi e centri giovanili, centri sociali o altri istituti frequentati principalmente da giovani. Le Asl potranno convenzionarsi con enti ed associazioni pubbliche o private di auto-mutuo aiuto. Nell’ambito del previsto stanziamento di 150mila euro per il 2013, 50mila sono destinati ad associazioni ed organizzazioni di volontariato del terzo settore impegnate nel contrasto al gioco d’azzardo e all’usura.Quando anche la Puglia si sarà dotata di una legge, saranno sei le Regioni italiane ad avere legiferato contro il proliferare dell’azzardo. A dare il via al movimento è stata la Provincia autonoma di Bolzano, che già nel 2010 ha posto diversi “paletti” alla diffusione sul territorio delle macchinette videopoker. Tra le amministrazioni regionali, invece, la prima legge è stata approvata nel 2012 dalla Liguria, che ha stabilito il divieto di aprire locali per il gioco d’azzardo a meno di trecento metri da strutture “sensibili” come scuole, oratori, ospedali e centri giovanili.Ai primi di luglio di quest’anno anche l’Emilia Romagna ha approvato una legge, dando la possibilità ai Comuni di decidere circa la localizzazione delle sale da gioco. Nello stesso periodo anche il Lazio ha legiferato contro l’azzardo, mentre a ottobre lo ha fatto la Lombardia. Introducendo sgravi fiscali per gli esercenti che decidono di togliere le macchinette dai propri locali e inasprendo il carico fiscale per gli altri.