Cautela, consapevolezza dei problemi e dei vincoli, ma anche convinzione dell’importanza che la scuola diventi sempre di più punto di riferimento nel territorio in cui opera. Al ministero dell’Istruzione la proposta di utilizzare il mese di luglio per aiutare i ragazzi stranieri con difficoltà in italiano offrendo lezioni di recupero e sostegno viene guardata con interesse, ma anche «con la consapevolezza che allo stato attuale è di difficile attuazione». La delega per il personale docente e dirigente è stata affidata al sottosegretario Roberto Reggi, e al suo ufficio la proposta lanciata dal fondo di Avvenire è stata sottoposta. «La scuola è la più grande infrastruttura sociale del nostro Paese – spiega il sottosegretario Reggi –, presente in tutta la Penisola e luogo di incontro tra le generazioni e del confronto tra culture». Insomma «un bene comune» da potenziare per il futuro del Paese. Proprio da questa considerazione nasce la volontà di «potenziare l’apertura delle scuole non solo l’estate, ma tutto l’anno ». L’idea non è nuova, ma ora rispetto al passato, il ministero di viale Trastevere sembra orientato a rimettere in moto il tutto, ma, avverte il sottosegretario, «senza voler imporre un modello unico valido in tutto il Paese, bensì valorizzando e mettendo in evidenza le buone pratiche che in questo campo sono già in atto ». Insomma un ministero «diffusore di una cultura». In questo quadro si inserisce l’iniziativa che sarà presentata a Milano il prossimo 16 giugno quando verranno raccontate proprio quelle scuole aperte d’Italia che, dopo le normali ore di lezione, diventano luoghi di attività e di incontro per il territorio in cui si collocano. Già oggi, aggiunge il sottosegretario Reggi, «esistono scuole che fanno percorsi di recupero estivo per studenti stranieri in difficoltà. Progetti e iniziative costruite grazie all’autonomia scolastica e all’impegno di singoli docenti e e dirigenti. A loro vogliamo dare voce». Nell’attesa che questi esempi possano diventare patrimonio di tutti.