Un italiano su quattro, precisamente il
28,4% della popolazione, è a rischio povertà o esclusione
sociale. Il dato, contenuto in un report dell'Istat, è
riferito al 2013 ed è derivato dalla combinazione della grave
deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro e
corrisponde alla quota di popolazione che sperimenta almeno una
di queste due condizioni. Un timido raggio di sole fa però capolino: rispetto al 2012 (quando ad essere a rischio povertà era il 29,9% degli italiani) si è registrato un miglioramento di 1,5 punti percentuali. Per l'Istat il rischio povertà è diminuito per anziani soli, coppie con un figlio o monogenitoriali ma resta assai elevato (anzi in preoccupante crescita) per le famiglie numerose (39,8%), con tre o più figli (43,7%, quattro punti percentuale in più rispetto al 2012), soprattutto se minori (45,4%) o con un solo reddito (46,1%). Nel frattempo,
si riduce il reddito
medio disponibile: nel 2012, il 50% delle famiglie residenti in
Italia ha percepito un reddito non superiore a
24.215 euro
(2.017 euro al mese). Redditi medi più elevati si osservano
per le famiglie settentrionali; quelle che vivono nel Centro e
nel Mezzogiorno mostrano livelli pari, rispettivamente, al 96%
e al 74% di quello delle famiglie residenti al Nord.
Nonostante l'erosione dei redditi e la morsa della crisi
che non accenna ad allentarsi, aumenta la fiducia degli
italiani sul prorio futuro, almeno secondo quanto emerge da
un'indagine realizzata dall'Acri insieme a Ipsos in occasione
della 90esima Giornata Mondiale del Risparmio. Dopo un anno
terribile come il 2013, emergono segnali di maggior fiducia
malgrado gli italiani pensino che la crisi sia profonda (è
molto grave per l'87%) e lunga, con un orizzonte temporale che
sfiora il 2020. Sempre secondo il sondaggio, la metà degli
italiani è soddisfatta della propria condizione economica
mentre
si contrae un pò il numero di famiglie colpite
direttamente dalla crisi (dal 30% al 27%). Le famiglie che
hanno registrato un serio peggioramento del proprio tenore di
vita negli ultimi 2/3 anni sono il 23% contro il 26% del 2013;
sono il 46% (sostanzialmente in linea col 47% del 2012) coloro
che hanno dovuto fare attenzione per mantenere il proprio
tenore di vita; mentre raggiungono il 27% (contro il 25% dello
scorso anno) coloro che lo hanno mantenuto con facilità.
Ma vedere la vita con ottimismo non basta. L'indagine
evidenzia anche che attualmente
una famiglia su 4 (il 25%, in
crescita rispetto al 2013)
non riuscirebbe a far fronte a una
spesa imprevista di 1.000 euro con risorse proprie. Se la spesa
imprevista fosse maggiore, 10.000 euro (ossia un furto d'auto,
una complessa operazione dentistica, la sistemazione di un
tetto o una cartella esattoriale non attesa), potrebbe farvi
fronte con le sole proprie forze poco più di 1 famiglia su 3
(il 37%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al
2013). La fotografia dell'Istat fa il paio con uno
studio della Cgil
secondo cui sono oltre 9,5 milioni (9.541mila) le persone in
grave difficoltà per la mancanza di lavoro. Si tratta del dato
semestrale più alto dal 2007 ad oggi, sottolinea il rapporto
dell'osservatorio del mercato del lavoro dell'Associazione Bruno
Trentin sugli effetti della crisi sul lavoro in Italia,
aggiornato al primo semestre 2014. Solo negli ultimi 12 mesi,
rileva la ricerca, nell'area del disagio e della sofferenza
occupazionale, si è riscontrato un incremento del 5,4%
(equivalente a +490 mila unità), mentre rispetto al primo
semestre 2007 l'aumento è stato del 67,3% (+3 milioni e 839
persone).