mercoledì 19 giugno 2024
I dati del 2023 parlano di 270 mila persone aiutate dai servizi, un quarto è un lavoratore povero. Alla Caritas si rivolgono le mamme non italiane sole. Il 44% non è aiutata dai servizi sociali
Due bambine assistite dalla Caritas

Due bambine assistite dalla Caritas - .

COMMENTA E CONDIVIDI

Sono le famiglie con figli minori la maggioranza delle persone in fila ai servizi della Caritas. In particolare è allarme per le famiglie con figli nella fascia 0-3 anni dove oiù di un bambino su sette è povero in termini assoluti e i genitori non gli possono garantire cibo, vestiti, cure. Neppure i giocattoli.

È la principale emergenza denunciata dall'organismo pastorale della chiesa nel rapporto sul 2023. Anno in cui nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati (complessivamente 3.124 dislocati in 206 diocesi italiane) le persone incontrate e supportate sono state 269.689 e complessivamente sono stati erogati oltre 3,5 milioni di interventi, soprattutto erogazione di beni materialie e sul fronte alloggio. Quasi 270 mila volti. In aumento del 5%, ma meno rispetto agli altri anni. Ed è uno dei pochi segnali positivi. Si rafforzano invece le povertà intermittenti e croniche che riguardano in particolare quei nuclei che oscillano tra il “dentro-fuori” la condizione di bisogno o che permangono da lungo tempo in condizione di vulnerabilità. Una persona su quattro è infatti accompagnata da 5 anni e più, un vero e proprio "zoccolo duro" di povertà.

Ed è ormai strutturale, secondo i dati Istat è ai massimi storici. Nel 2023 il 9,8% della popolazione viveva in uno stato di povertà assoluta, vale a dire 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. E circa il 12% delle famiglie in stato di povertà assoluta si rivolge alla Caritas. Non hanno il minimo necessario perché impossibilitati ad accedere a un paniere di beni e servizi essenziali (cibo, vestiario, abitazione). Ricorre poi il problema sanitario con i diritti negati: il 35,4% delle mamme dichiara di dover rinunciare a prendersi cura della propria salute e quasi una famiglia su sette (15,2%) non accede al pediatra di libera scelta, dato che ricorda la scarsità dei pediatri nel nostro Paese e la necessità di garantire l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale a tutti i minori, come previsto dalla legge. Circa i due terzi degli intervistati dichiarano di essere costretti a rinunciare a opportunità formative e di lavoro non potendo permettersi di lasciare i figli a nessuno, percentuale che sale al 69,5% per le donne.

Un quarto degli assistiti è un lavoratore povero.

Il rapporto segnala altre due priorità, i numeri in crescita di senza dimora e anziani fragili. Nel 2023 le persone senza dimora sostenute dalla rete delle Caritas diocesane e parrocchiali sono state 34.554, corrispondenti a un quinto dell’utenza complessiva. Il valore risulta in crescita sia in termini assoluti che percentuali Si contano quindi 6.677 clochard in più rispetto al 2022 e oltre 10.500 rispetto al 2021. In prevalenza sono state intercettate nelle regioni del Nord e il nuovo profilo li descrive in prevalenza uomini (71,6%) di cittadinanza straniera (69,9%), provenienti per lo più da Marocco, Tunisia, Romania, Pakistan e Perù con una età media di 44 anni. Quasi la metà si dichiara genitore e il 13% ha un lavoro. Nel 2023 le Caritas diocesane e parrocchiali hanno inoltre incontrato e supportato 35.875 anziani, pari al 13,4% dell’utenza complessiva con un raddoppio delle presenze dal 2015. i problemi sono le utenze e l’affitto oltre alla rinuncia alle cure. Emerge dalle antenne della Caritas sui territori il quadro di un paese che fatica a prendersi cura della povertà multiforme dei più piccoli e dei suoi vecchi, storie che accadono ogni giorno e restano invisibili.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: