martedì 7 agosto 2012
​Radio parrocchiali che ripartono, siti internet messi online all’indomani del sisma. E diocesi che hanno prestato alla Chiesa confinante pagine del loro settimanale, spazio sulle loro emittenti. Sono storie di speranza, storie di rinascita.
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Radio parrocchiali che ripartono, siti internet messi online all’indomani del sisma. E diocesi che hanno prestato alla Chiesa confinante pagine del loro settimanale, spazio sulle loro emittenti. Sono storie di speranza, storie di rinascita. Giungono dalle sei diocesi terremotate, e raccontano di una Chiesa viva che fa della relazione con i propri mass media un potente strumento per gridare la voglia di ricominciare.Sermide e Poggio Rusco sono comunità del basso Mantovano, e dall’epicentro del sisma distano solo una manciata di chilometri. Lì quella forza oscura che anima le viscere della terra aveva spento anche le due radio parrocchiali. "Costole" dell’emittente diocesana associata al circuito InBlu della Chiesa italiana, voci amiche per i numerosi anziani e ammalati che attraverso quello strumento seguivano le celebrazioni e i principali incontri della propria comunità. Un servizio a molti sconosciuto, eppure irrinunciabile. Lo testimonia don Renato Zenezini, il parroco di Sermide: «Le chiese della zona sono totalmente inagibili, ma nonostante questo da domenica abbiamo riattivato la nostra radio addirittura sdoppiando la stazione di trasmissione. Nei giorni festivi il segnale parte dalla tensostruttura donataci da Caritas italiana, mentre in quelli feriali la Messa si celebra in una saletta annessa il cinema parrocchiale: a breve saremo in diretta anche da lì». E la voglia di ricominciare diventa contagiosa, perchè tra non molto ripartirà pure l’emittente che trasmette dal campanile di Poggio Rusco. Situazione analoga a Ficarolo, comunità ricompresa nella diocesi di Adria - Rovigo. Lì la radio parrocchiale è rimasta muta qualche giorno, giusto il tempo per consentire ai vigili del fuoco di mettere in sicurezza la torre campanaria.Ma il desiderio di sfidare il sisma attraverso le comunicazioni via etere si propaga anche nella vicina arcidiocesi di Ferrara - Comacchio. «Proprio all’indomani delle scosse più violente – annuncia don Massimo Manservigi, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali –, è nata l’idea di collaborare con Radio Nettuno, l’emittente della Chiesa bolognese. Il suo segnale arriva anche in buona parte del nostro territorio, e stiamo vedendo se è possibile utilizzarlo per veicolare notizie che riguardino anche il Ferrarese».Ma già ora, a Bologna, una cosa è certa: l’inserto domenicale di Avvenire, curato dall’arcidiocesi metropolitana, non ha mai avuto lettori così numerosi e attenti come in questo periodo post sismico. «La nostra redazione ha iniziato a visitare le parrocchie terremotate fin dal 20 maggio - spiega Luca Tentori, giornalista della testata - e così si è creata una specie di aspettativa. Tutte le comunità hanno iniziato ad attendere la domenica per vedersi sul giornale. E, soprattutto, per conoscersi a vicenda». Ma ecco un altro segno di speranza: dalle macerie delle chiese crollate sono nati diversi siti internet parrocchiali. «In questo modo - aggiunge Tentori - lo spazio fisico della bacheca per gli avvisi è stato sostituito da quello virtuale».Ci si avvicina di nuovo all’epicentro del sisma, e le storie dei mass media ecclesiali profumano di solidarietà. Dalle scosse del 29 maggio la redazione del settimanale diocesano di Carpi, "Notizie", risulta inagibile. «Ma subito ci è venuta incontro la Chiesa di Modena - ricorda Virginia Panzani dell’Ufficio comunicazioni sociali- "prestandoci" due pagine sul suo periodico». Tempo una settimana, e già "Notizie" era di nuovo in edicola. Come nulla fosse successo.
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