Giù le mani dal “quoziente Parma”. Dopo la decisione del commissario straordinario Mario Ciclosi, che governa il capoluogo emiliano dal 24 novembre, di sospendere, fino al 31 maggio, l’applicazione delle misure a sostegno delle famiglie, soprattutto quelle numerose, dal mondo politico e dalla società civile si susseguono gli appelli a rivedere tale decisione assunta per contenere i costi comunali.«È estremamente negativo – interviene il presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti – che una gestione fondamentalmente tecnica, come quella del commissario, cancelli una delle iniziative più innovative, di questi ultimi anni, in tema di politiche familiari. Il “quoziente Parma” – ricorda Belletti – è stato attuato garantendo l’equilibrio del bilancio comunale e tutte le azioni amministrative che l’hanno riguardato, non sono state sfiorate dai fatti che hanno portato al commissariamento del Comune».Istituito il 20 ottobre 2009, il “quoziente Parma” è stato pensato, si legge nel regolamento attuativo, per «migliorare i sistemi fiscali e tariffari com modalità più a misura di famiglia». Andando ad aggiungersi all’Isee, ha lo scopo di garantire alle famiglie servizi a tariffe scontate (per esempio, asilo nido, mensa, assistenza anziani...) tenendo in considerazione i carichi familiari, a partire dal numero dei figli e la condizione economica generale del nucleo.«La sospensione del quoziente – ribadisce il presidente Belletti – è un pessimo segnale sia per i cittadini di Parma che per le famiglie italiane in generale. Se l’inizio del 2012 è questo, la restante parte dell’anno si annuncia già particolarmente preoccupante sul versante delle politiche per la famiglia».Preoccupazione è stata espressa anche dal professor Luca Pesenti, docente di Programmazione del welfare locale all’Università Cattolica di Milano. Intervistato da
ilsussidiario.net, Pesenti ha parlato di «decisione che rischia ri rivelarsi estremamente penalizzante nei confronti delle politiche familiari». Pur non nascondendo i problemi di applicazione del quoziente, ancora non risolti, il docente di Largo Gemelli aggiunge: «Se si intende liquidare un tentativo comunque importante, saremo di fronte a un preoccupante passo indietro rispetto alla cultura delle politiche amiche della famiglia».Di decisione «iniqua e ingiustificata», parla anche il deputato del Pd, Luigi Bobba, che ricorda come pure il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, commissario straordinario di Parma fino alla nomina al Viminale, avesse definito il quoziente «una misura da salvaguardare» che «sta dando dei buoni risultati». Da qui l’appello al ministro affinchè «intervenga immediatamente» sul commissario perchè riveda la decisione. Anche il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, si è detto contrario alla sospensione. «Il commissario non può abolire il quoziente Parma – dichiara – . È stato adottato da molti Comuni ed il suo spirito è stato recepito anche dal recente provvedimento del governo sull’Ici che è stato graduato anch’esso secondo la numerosità del nucleo familiare». Anche Buttiglione si appella al ministro Cancellieri, affinchè «intervenga per ripristinarlo». «La difesa della famiglia ed una cura particolare per le famiglie numerose – conclude l’esponente centrista – stanno scritte a chiare lettere nella nostra Costituzione».All’appello si unisce il senatore del Pdl Carlo Giovanardi, per il quale la scelta del commissario rischia di «cancellare una delle poche conquiste raggiunte dalle famiglie negli ultimi anni».