Un buco aveva inghiottito 10 milioni e rischiava di lasciare migliaia di persone alla fame in Italia. Erano spariti i fondi Agea per l’acquisto dei generi alimentari destinati ai poveri fino all’estate, mentre quelli europei, provenienti da un stanziamento quinquennale per la lotta alla povertà, saranno disponibili a ottobre. In Francia e Germania saranno erogati invece dal prossimo mese. Ma dopo l’allarme delle Caritas rilanciato da
Avvenire a metà mese e il grido di dolore del Banco Alimentare – documentato sempre sul nostro quotidiano giovedì scorso – che a maggio in Calabria non potrà distribuire i viveri a mense per i poveri, comunità e centri di ascolto per esaurimento fondi, la situazione si è sbloccata.Così ai primi di maggio arriverà infatti al Ministero delle politiche agricole uno stanziamento-ponte di dieci milioni per arrivare sino a settembre, quando appunto è attesa l’erogazione dei fondi europei che si preannuncia come un autentico tesoretto aggirantesi sugli 80 milioni annui. La situazione si è sbloccata il 24 aprile a Roma durante una riunione decisiva tra i responsabili delle organizzazioni sociali e i funzionari del ministero.«Posso garantire – afferma il viceministro alle politiche agricole Andrea Olivero, che segue direttamente la questione – che ai primi di maggio i dieci milioni saranno stanziati. Abbiamo avuto garanzie precise dalla Ragioneria generale dello Stato e mi impegno in ogni caso a risolvere la situazione e a rimuovere qualsiasi altro ostacolo. Per il governo è prioritario che quei fondi siano messi a disposizione al più presto di chi ha bisogno». Sui tempi Olivero non ha esitazioni: «Saranno brevi, non credo più di un mese. Dobbiamo allestire dei bandi pubblici per erogarli e questo richiede atti formali, ma non oltre giugno».Diverse le ragioni che hanno portato all’emergenza fondi alimentari, che stava mettendo in ginocchio numerosi enti caritativi e milioni di disperati. Uno studio pubblicato qualche tempo fa dalla Coldiretti sui dati rilevati dall’Agea, l’agenzia governativa che gestisce le erogazioni agricole, segnalava infatti che nel 2013 quattro milioni di cittadini si sono rivolti alle mense della carità o hanno ricevuto pacchi viveri per riuscire a sfamarsi. Mentre il blocco dei 10 milioni di euro in Ragioneria va attribuito alla burocrazia italiana, la responsabilità del ritardo nell’arrivo dei fondi Ue stanziati per i prossimi cinque anni e in arrivo solo in autunno è da dividere tra burocrazia italiana, europea e al cambio di governo. L’ex presidente delle Acli spiega che questo pasticcio è, però, almeno parzialmente dovuto a cause strutturali. «Fino al 2013 i fondi per l’acquisto degli aiuti alimentari ai poveri erano stanziati dall’Unione europea ai ministeri agricoli. Dal 2014, con il nuovo piano quinquennale, i fondi saranno attribuiti ai ministeri del welfare. Occorre quindi cambiare il sistema di progettazione e di rendicontazione e questo spiega almeno parzialmente il ritardo nella presentazione della documentazione a Bruxelles. Francia e Germania ci hanno anticipato per la continuità amministrativa. Noi abbiamo cambiato governo e comunque prima dell’attribuzione delle deleghe al welfare, ad esempio, è passato del tempo». Sull’ammontare dei fondi europei e sulla destinazione non si sa ancora tutto.«Possiamo dire che ammontano a circa 80 milioni di euro annui – conferma Olivero, – ma la destinazione con il cambio del ministero che li gestirà è cambiata. Sono più flessibili che in passato, vanno intesi come aiuti ai poveri in senso più largo. Quindi coperta la parte dell’acquisto di aiuti alimentari, una parte potrebbe andare ai Comuni. A metà maggio faremo partire un tavolo interministeriale con i tecnici del welfare e le organizzazioni sociali. Li gestirà ancora l’Agea con l’intervento del ministero del Welfare. Intendo reperire altre risorse alimentari dalla lotta agli sprechi in collaborazione con la grande distribuzione. A settembre faremo partire un altro tavolo di lavoro per affrontare soprattutto la questione delle eccedenze fresche». Intanto la Caritas italiana conferma che anticiperà comunque alle Caritas diocesane 2,5 milioni per maggio e giugno, in attesa che vengano spacchettati i 10 milioni ritrovati.