Seconda notte sui marmi della Stazione Centrale di Milano. Per decine di famiglie siriane in fuga dalla guerra, il mezzanino dello scalo ferroviario è diventato riparo per la notte, luogo dove mangiare, spazio d'attesa. Milano come Lampedusa, punto di snodo lungo le rotte che portano dalla Siria alla Libia, attraverso il Mar Mediterraneo fino alla Sicilia per poi risalire lungo la penisola: destinazione finale, Germania e Svezia. (Le foto sono di Fotogramma)
Decine di famiglie in fuga dagli orrori della guerra dormono nel mezzanino in attesa di poter andare in Germania o in Svezia. I numeri dell'emergenza. (Ilaria Sesana)
Giordania, rifugiati in attesa di futuro
Giordania, rifugiati in attesa di futuro
“Questa mattina ci sono circa 220 persone. Alcune famiglie arrivate ieri sono già ripartite”, spiega Alice Stefanizzi di Fondazione Progetto Arca, una delle associazioni che collabora con il Comune di Milano per la gestione dell'emergenza. Un altro centinaio di arrivi è previsto per il pomeriggio di oggi e il flusso, molto probabilmente, continuerà nei prossimi giorni.
“Stiamo chiedendo la possibilità di allestire un posto permanente in Stazione”, commenta l'assessore alle politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino. In mattinata sono intervenuti anche i medici del 118 per prestare assistenza medica ai bambini: già ieri sera molti avevano la febbre, presentavano segni di insolazione e di bruciature per essere rimasti troppo tempo sotto il sole cocente.
“Milano non può essere lasciata sola” è l'appello lanciato dall'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli. Che torna a chiedere un intervento da parte della Regione Lombardia e del ministro degli Interni: “Alfano parli con i suoi omologhi europei per sbloccare la situazione. L'Italia non può gestire in solitudine i flussi dei profughi siriani”.
Un appello che viene rilanciato anche da Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia: “Mi auguro che il Governo intervenga con una strategia di accoglienza che tenga conto anche della breve permanenza dei siriani sul nostro territorio”. Un'esigenza tanto più urgente se si pensa che il flusso di profughi in fuga dalla Siria è destinato a crescere nei prossimi mesi: “Si stima che entro dicembre il numero di profughi avrà raggiunto i sei milioni”, aggiunge Iacomini.
I numeri dell'emergenzaI centri di via Aldini e viale Toscana, oltre alle due strutture gestite dal consorzio “Farsi Prossimo” sono al collasso: sono oltre 500 le persone accolte in questi giorni. Ben al di sopra di quanto previsto dalla convenzione sipulata dal Comune di Milano con la Prefettura che prevede una capienza massima di 240 posti. Da ottobre a oggi, sono più di 5mila le persone (tra cui 1.300 bambini) che hanno trovato accoglienza temporanea a Milano. Si fermano per pochi giorni, giusto il tempo di riposarsi, raccogliere le energie e pianificare le tappe successive del loro viaggio.
Vogliono chiedere asilo in Svezia o in Germania, molti hanno dei familiari da raggiungere e in ogni caso sanno che lì le condizioni di accoglienza saranno migliori. Per questo motivo, al momento dello sbarco in Sicilia, hanno chiesto con forza e ottenuto di non essere identificati.
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