Dal prossimo 30 giugno gli
avvocati italiani avranno l’obbligo di depositare telematicamente tutti gli
atti del processo civile, con l’entrata a regime del Processo civile
telematico (Pct). Lo Stato, con la legge 179 del 2012 e la legge di stabilità
per il 2013,
chiede l’abolizione dei
depositi cartacei. Ma non tutti i tribunali sono pronti: addirittura in alcune
zone di Italia, soprattutto al Sud, il Processo telematico è ancora in fase di
avvio. Milano rappresenta un punto di riferimento a
livello nazionale. Il suo tribunale ha inserito il primo documento informatico nel dicembre
2006 e nell'anno da poco concluso è arrivato al deposito di circa 115.000 provvedimenti da parte
dei giudici civili del distretto di Corte d’appello, secondo i dati
forniti dal referente informatico del distretto, il magistrato Enrico
Consolandi. Questi in più occasioni ha evidenziato come uno strumento con simili
potenzialità possa produrre gli effetti desiderati (velocizzazione del
processo, riduzione dei costi) solo se attuato in maniera uniforme sul
territorio nazionale. La sperimentazione
del Pct consentiva fino ad oggi di scegliere se depositare gli atti in via
telematica oppure continuare con il deposito cartaceo in cancelleria,
permettendo anche la consultazione dei fascicoli a distanza. Il processo
telematico dovrebbe rappresentare anche una grande comodità per gli addetti ai
lavori,
avvocati e
magistrati, consentendo ai primi di depositare
un atto con un “clic” senza uscire dall’ufficio e ai secondi di leggere le
memorie dei difensori direttamente sul pc, senza doversi trascinare pesanti
faldoni, e utilizzare i documenti elettronici per redigere le sentenze. Tutto
bellissimo, se non ci fossero i soliti intoppi: i
registri di cancelleria, accessibili tramite i portali, si bloccano spesso,
impedendo non solo la consultazione ma anche l’invio degli atti. «Tramite
"Consolle avvocato", il software utilizzato dall’Ordine degli avvocati di Milano, dovrei riuscire ad accedere ai registri di cancelleria di tutti gli uffici
giudiziari collegati al Processo civile telematico e ad effettuare i depositi -
spiega un legale milanese -. In realtà, spesso l’accesso ai registri è
difficoltoso se non impossibile: fra aggiornamenti dei sistemi programmati a
rotazione nelle varie regioni, problemi con i server e difficoltà varie, a
volte i registri non sono consultabili per giorni». Se a queste
difficoltà aggiungiamo le carenze di formazione del personale di cancelleria
dei vari tribunali italiani, il cui organico è ridotto all’osso, la scadenza
del prossimo giugno appare una chimera.