sabato 12 marzo 2011
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Nove udienze fino a luglio, tutte di lunedì. Berlusconi si era detto disponibile a presenziare solo a inizio settimana, la corte che ieri ha riaperto il processo sul caso Mills lo ha accontentato. Procura e Tribunale di Milano però si dividono sul calendario dei processi a Silvio Berlusconi. I magistrati inquirenti vorrebbero accelerare i tempi per evitare la prescrizione (nel caso Mills è fissata per l’inizio del 2012) e per concludere il più velocemente possibile il giudizio immediato nel Ruby-gate, messo in agenda a partire dal 6 aprile. Il Tribunale, al momento, sembra orientato a venire incontro alla richiesta del premier di processarlo solo al primo giorno della settimana quando, secondo i legali di Berlusconi, il Cavaliere potrebbe partecipare alle udienze non avendo legittimi impedimenti, come le sedute del Consiglio dei ministri.«Il tempo è inesorabile», ha reagito in aula il pm Fabio De Pasquale che, nei giorni scorsi, aveva depositato ai giudici la richiesta di un calendario molto fitto nel procedimento per corruzione in atti giudiziari. Il capo del governo è accusato di aver comprato con 600mila dollari il silenzio del testimone, l’avvocato inglese David Mills, in due processi su fondi neri del gruppo del Biscione.Le udienze cadenzate solo al lunedì permetterebbero però di arrivare solo alla sentenza di primo grado. Il reato si prescriverà all’inizio del 2012 e non ci sarebbe tempo per eventuali ricorsi in Appello e in Cassazione. «Mi sembra che il pm abbia una fretta frenetica, ma noi ci opporremo alle forzature». Così il difensore del Cavaliere, l’avvocato Niccolò Ghedini, ha commentato le richiesta del pm De Pasquale. «Non dipende solo da noi, magari l’Anm annuncia uno sciopero (per la riforma della Giustizia, ndr)», fa eco a Ghedini il collega Piero Longo. Ma in quel caso «bisogna vedere se questo tribunale farà sciopero», taglia corto il presidente della corte Francesca Vitale, che più volte ha dovuto ristabilire la calma tra le parti in udienza. Alla domanda dei cronisti che gli chiedevano se davvero è possibile che si arrivi ad una sentenza definitiva per il caso Mills, il legale del premier risponde annunciando battaglia: «Tecnicamente è possibile, ma se si volessero fare straordinarie forzature noi ci opporremo».Terminata l’udienza, che riprenderà lunedì 21 marzo forse alla presenza di Berlusconi, i legali si sono recati negli uffici della procura per ritirare copia di altri documenti sul caso Ruby. I pm Boccassini-Forno-Sangermano, anche dopo la decisione del gip che ha mandato a processo Berlusconi per concussione e prostituzione minorile (prima udienza 6 aprile), hanno continuato a svolgere, come consente il codice, attività d’indagine integrativa su nuove fonti di prova. Tra queste tutta una serie di ulteriori accertamenti bancari utili a ricostruire il giro di denaro per l’organizzazione delle presunte serate a luci rosse nella villa di Arcore. I pm hanno individuato 6 assegni cambiati in contanti nel dicembre 2010, per un totale di 1,5 milioni di euro. Il denaro proveniva dai conti del premier e finiva nelle mani delle «ospiti fisse» di villa San Martino.Sullo sfondo il giallo della tentata corruzione di una funzionaria dell’anagrafe del Marocco a cui sarebbe stato chiesto di "anticipare" l’anno di nascita di Karima "Ruby" el-Marough, così da dimostrare che fosse già maggiorenne all’epoca degli incontri con Berlusconi. Fonti giudiziarie affermano che la competenza del caso risulta essere della procura di Roma e non di quella di Milano. E a Roma i legali del premier hanno depositato una denuncia «contro chiunque abbia commesso questi fatti», ritenuto «un trappolone» per danneggiare Berlusconi.
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