mercoledì 21 febbraio 2024
Il ministro Schillaci nella Giornata dedicata al personale sanitario: «Stop a chi lavora a gettone. Ci sono accessi evitabili nei Pronto soccorso». Anelli (Fnomceo): ridare dignità alla professione
Schillaci: nel 2022 gli accessi evitabili nei Pronto soccorso sono stati più del 40% del totale

Schillaci: nel 2022 gli accessi evitabili nei Pronto soccorso sono stati più del 40% del totale - IMAGOECONOMICA

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Ruolo del medico, carenza di personale, Pronto soccorso, specializzazioni universitarie, scudo penale, intelligenza artificiale. Ma anche temi economici come l’abolizione del tetto di spesa e il costo dei “medici a gettone”. In occasione della quarta Giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitario, del personale socioassistenziale e del volontariato, tanti i temi affrontati ieri – in diverse sedi – sia dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, sia dalla Federazione italiana degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), sia dalla Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso).

All’evento “La salute al centro” organizzato dalla Fnomceo, il presidente Filippo Anelli ha ricordato che la Giornata è stata istituita per ricordare l’impegno durante l’emergenza: «Oggi vogliamo ricordare tutti coloro che con generosità e sacrificio hanno perso la vita durante la pandemia. I medici e gli odontoiatri caduti a causa del Covid sono stati 380».

Mentre il vicepresidente della Cei, il vescovo Francesco Savino, ha puntualizzato che il tema la salute al centro suona «abbastanza provocatorio»: «Faccio il vescovo in Calabria e non sono tra quelli che si piangono addosso». Ma, ha aggiunto, «sono molto preoccupato», perché «il diritto alla salute dalle nostre parti è soltanto una dichiarazione di intenti».

All’evento Fnomceo è intervenuto anche il ministro Schillaci: «La sanità è una priorità di questo Governo» ha sottolineato. Spiegando: «Lo abbiamo dimostrato aumentando le risorse del Fondo sanitario nazionale e abbiamo dato un primo segnale importante con 2,4 miliardi di euro per il rinnovo dei nuovi contratti».

Il ministro ha anche snocciolato altri fondi stanziati: «Per il potenziamento dell’assistenza territoriale ci sono 250 milioni di euro per il 2025 e 350 milioni di euro a decorrere dal 2026 per il personale che dovrà garantire il funzionamento delle strutture territoriali».

Ciò non toglie che il ministro, in audizione alla commissione Affari sociali della Camera per l’indagine conoscitiva su medicina di emergenza e pronto soccorso, abbia dovuto ammettere che «mancano circa 4.500 medici e 10mila infermieri a livello nazionale e non tutte le Borse nella specialità di Medicina d’urgenza sono assegnate per scarsa attrattività della professione».

Infatti nel 2021 sono stati assegnati 510 posti in Medicina di emergenzaurgenza, pari al 47% dei posti disponibili, scesi a 340 nel 2022 (il 42%) e a soli 245 nel 2023 (pari al 29% delle risorse stanziate). Una riflessione si impone, ha concordato il ministro, che ha ricordato che anche in altre 11 Scuole di specializzazione le richieste non superano il 50% dei posti messi a concorso. Schillaci ha lamentato che negli ultimi tre anni «le più scelte dai giovani sono tutte specialità nelle quali è possibile svolgere una libera professione autonoma» richiamando l’università a una riflessione perché «chi sceglie di fare il medico non puà pensare di avere solo un fine economico».

Il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, ha ribadito la necessità di «ridare dignità alla professione medica e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importante ruolo del medico all'interno della nostra società ». Per questo la Fnomceo lancia una campagna per rilanciare l’idea che «fare il medico è più che una professione, è una passione».

Sui temi organizzativi, il ministro alla commissione Affari sociali ha riferito che nel 2022, dei 17 milioni di accessi ai Pronto soccorso, quelli evitabili (codici bianchi o verdi) erano più del 40% e la dimissione a domicilio rappresenta il 70% del totale. Una situazione che chiama in causa «il coinvolgimento e la responsabilizzazione della assistenza extra-ospedaliera nella gestione degli accessi evitabili».

Ancora sul personale, Schillaci ha puntualizzato che «secondo i dati Ocse non siamo agli ultimi posti per numero di medici rispetto al numero di abitanti, ma lo siamo per numero di infermieri ». Ciò spiega perché, al momento, «l’unica possibilità» per far fronte alla carenza sia far venire infermieri dall’estero, «verificando che i curricula siano adeguati alle esigenze della nostra sanità». Mentre per i medici il ministro ha auspicato un maggior coinvolgimento degli specializzandi, che sono ben 40mila: «Devono entrare ed essere operativi fin dai primi anni della specializzazione all’interno del Servizio sanitario nazionale».

Un modo ulteriore per contrastare il fenomeno dei medici a gettone «esploso a seguito dell’emergenza sanitaria iniziata nel 2020», ma non rientrato dopo la fine della pandemia. Il ministro ha annunciato di essere al lavoro per limitarne l’impiego: «Si prevedono nei soli casi di necessità e urgenza laddove non sia reperibile personale e si prevede l’impossibilità di essere poi riammessi in servizio e si sta lavorando a delle linee guida per il settore». A questo scopo un altro obiettivo è «l’abolizione del tetto di spesa per le assuzioni di personale e l’aumento delle indennità di specificità», ha annunciato il ministro.

Convergenza del ministro con la Fnomceo anche sullo scudo penale per i medici: «Tra un mese circa la cosiddetta commissione Nordio terminerà i propri lavori. Credo che sia necessario rendere strutturale il provvedimento dello scudo penale per la responsabilità penale dell'atto medico, che ora è esteso a tutto il 2024, anche sulla base della conclusioni della commissione».

Sulla intelligenza artificiale in sanità si è soffermato il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore: «In ospedale è già una realtà. Bisogna formare medici e personale sanitario».

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