lunedì 9 settembre 2024
Monsignor Carbonaro ha pregato sul luogo di sepoltura della studentessa di cui si persero le tracce nel 1993, e il cui cadavere fu ritrovato, dopo 17 anni, nella chiesa della Trinità del capoluogo
L'arcivescovo Carbonaro davanti alla tomba di Elisa Claps

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L'arcivescovo di Potenza e presidente della Conferenza episcopale della Basilicata, Davide Carbonaro, ha pregato nel cimitero di Potenza, davanti alla tomba di Elisa Claps, la studentessa potentina il cui cadavere fu trovato, nel 2010, nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, nel centro storico del capoluogo. L’arcivescovo ha lasciato un mazzo di fiori davanti alla tomba. Di seguito un commento di don Alfondo D’Alessio, docente di Diritto Canonico alla Pontificia facoltà teologica San Bonaventura - Seraphicum di Roma.

Nel cimitero cittadino di Potenza si è vissuto un gesto semplice, radicato nella più profonda e concreta spiritualità cristiana, eloquente da se stesso, non assoggettabile a nessuna interpretazione se non a quella autentica. Questo ha voluto essere la preghiera che Davide Carbonaro, arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, ha inteso offrire sul luogo di sepoltura di Elisa Claps di cui, trentuno anni or sono, il 12 settembre 1993, si persero le tracce fino ritrovarne, dopo diciassette anni, le spoglie mortali nella chiesa della Trinità nel centro storico della città capofila della Basilicata.

Un segno intimo, quasi privato, condiviso dall’animo di un pastore solo con pochi altri sacerdoti presenti. Il presule inginocchiato sulla tomba, quasi porgendo plasticamente i fiori ad Elisa, ha pregato per la giovane ragazza che è nel cuore e nella memoria di tutti i fedeli della città e non solo. Nulla è più prezioso della preghiera per chi crede, essa è lo strumento per mantenere desto il dialogo con coloro che vivono il vero tempo, quello dell’eternità, alla presenza del Signore. Il Papa, che ha sempre fatto sentire la vicinanza ai cari di Elisa, aiuta a comprendere il valore assoluto del suffragio. «Il ricordo dei defunti, la cura dei sepolcri e i suffragi - sottolinea Francesco - sono testimonianza di fiduciosa speranza, radicata nella certezza che la morte non è l’ultima parola sulla sorte umana, poiché l’uomo è destinato ad una vita senza limiti, che ha la sua radice e il suo compimento in Dio».

La preghiera ha, dunque, la capacità di unire il dolore e la serenità senza sprecare parole che, anche quando pronunciate con il cuore, rischierebbero di risultare limitate. Questo è accaduto ai piedi della tomba di Elisa Claps che riposa a Potenza. È la storia a dover chiedere perdono per tutti in una vicenda che ha tracciato un segno profondo nella comunità ecclesiale di Potenza e di tutto il tessuto sociale. La misericordia di Dio è medicinale e sa toccare i cuori feriti. Ora è il tempo di trasformare le strette di mano, gli abbracci consolatori e il dolore condiviso in memoria che generi speranza.

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