C’è Pompei su eBay, a pezzetti. Frammenti di mattonelle, di mosaici, di muro messi in mostra con foto e accurate descrizioni e non per far assaporare il fascino dell’antica città sepolta dal Vesuvio, che forse sarebbe pretendere troppo da un sito internet di scambio economico, ma per assicurare all’acquirente un souvenir tutto sommato a poco prezzo. Un intero catalogo di frammenti di bellezza da Pompei messi all’incanto con base d’asta variabile, dai 1.040 euro di partenza per una mattonella 36x44 ai 70 euro di un altro pezzetto, minuscola tessera di un mosaico. Cui bisogna aggiungere le spese di spedizione, naturalmente, da Paesi esteri anche al di là dell’oceano. Perché è fuori dall’Italia che si trovano i brandelli di Pompei, almeno quelli offerti su eBay. Dove e perché sarà compito dei Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale verificarlo, già all’opera dopo la segnalazione che un raro frammento di parete con tratteggio a croce e motivo punteggiato su un intonaco e pietra calcarea, risalente al I secolo d.C., è stato messo in vendita per mille e 500 dollari australiani (circa mille e 40 euro) da un’agenzia di vendita online australiana, che garantiva trattarsi di «Ancient Roman Stone Wall Fresco from Pompei», con tanto di assicurazione di autenticità e promessa di spedirlo a casa dell’acquirente in tre giorni. La pietra sarebbe arrivata da una vecchia collezione del 19esimo secolo, precisano i responsabili dell’Archaeogallery, e sarebbe stata già battuta dalla casa d’aste “Arte Primitivo” di New York. Il frammento è uno dei pezzi di un catalogo con 50 reperti, tutti provenienti da Pompei. Quasi subito l’agenzia eBay Italia, branca nazionale del colosso delle vendite online, è intervenuta spiegando che: «L’annuncio relativo alla vendita su eBay di affreschi e reperti provenienti dagli scavi di Pompei è stato rimosso, nel rispetto delle nostre policy sui manufatti e oggetti archeologici». Ma se per qualcuno è stato, forse, un mancato acquisto, per i Carabinieri quel frammento, come gli altri, è oggetto di indagini poiché, spiegano al Nucleo Carabinieri di Napoli, non si esclude a priori l’autenticità del reperto. In realtà, «la caccia ai reperti archeologici e artistici del patrimonio culturale italiano è continua». Grazie anche alla banca dati delle opere trafugate, la più grande al mondo con oltre 500mila segnalazioni. Anche se non sempre e non tutti i prodotti artistici sono conosciuti o sono noti come scomparsi. Ppesso internet è stato d’aiuto. E quando è possibile ci si basa su foto e documenti d’epoca. Come nel caso, che va citato come esempio, del recente ritrovamento della testa di sfinge in marmo che completava la statua de “Il Corpo di Napoli”, nel centro storico della città, e che fu trafugata alla fine degli anni Cinquanta. A effettuare il prezioso ritrovamento, gli uomini del Nucleo Carabinieri Tutela patrimonio culturale di Napoli guidati dal capitano Carmine Elefante. La testa di sfinge è stata ritrovata in Austria, dopo una delicata operazione di recupero. Un risultato che si spera possa arrivare anche per i frammenti visti su eBay: Pompei è Patrimonio dell’Umanità non di singoli collezionisti.