Una Milano blindata quella che si
prepara alla Prima della Scala: e poco importa che il presidente
del Consiglio, Matteo Renzi, abbia scritto al sovrintendente
Alexander Pereira per dire che non ci sarà. Il rischio che si
verifichino tensioni in piazza, dopo gli sgomberi e i tafferugli
delle ultime settimane, resta. E lo dimostra la scritta fatta
con la vernice spray "ci vediamo il 7/12" che campeggia in
bella mostra in piazza Scala a Milano. Un ricordo del corteo per
la casa di giovedì scorso in vista della mobilitazione di
domenica.Quindi l'attenzione è alta. A presidiare ci saranno
almeno 300 uomini delle forze dell'ordine. E, come di consueto,
saranno montate in via Manzoni, piazza Scala e nelle zone
limitrofe le transenne già accatastate nei giorni scorsi in
centro.
In piazza è autorizzato il presidio della Cub su casa e
lavoro. Per questo, il sindacato porterà due gigantografie di
uno stabilimento e di una casa popolare. "Noi siamo per le cose
creative, non truculente", spiega il sindacalista Giuseppe
Fiorito. Anche lui ammette però che davanti alla Scala potrebbe
arrivare qualcun'altro con intenzioni più bellicose. Negli
ultimi tempi sono stati sgomberati centri sociali come lo Zam,
il Lambretta, il Corvaccio e Rosa Nera che difficilmente
rinunceranno a scendere in piazza, una protesta che si unisce a
quella di sfrattati e abusivi delle case popolari.
I manifestanti saranno a distanza dal pubblico che entrerà in
teatro per assistere al
Fidelio per cui restano ancora invenduti
una cinquantina di biglietti.Forse i vip saranno meno di altri
anni ma comunque non pochi: da Eva Riccobono a Giorgio Armani
passando per Mara Venier e Valeria Marini, il presidente del
Senato Pietro Grasso e la direttrice del Fondo monetario
internazionale Christine Lagarde. Senza contare banchieri e
industriali.
Ci saranno il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini,
il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente della Lombardia
Roberto Maroni, ma non il presidente della Provincia Guido
Podestà.E soprattutto ci saranno 65 professori d'orchestra, 94
coristi, 32 comparse per una produzione monumentale del
Fidelio
firmata da Deborah Warner che ha richiesto 2.500 chilogrammi di stucco,
oltre 500 metri fra tela, garza e velluto nero, 30 sacchi di
sabbia, 135 fogli di polistirolo, 67.000 chiodi coil, 29.000
viti, 150.000 graffe e 1.600 bulloni, più di 350 tavole di
compensato e abete, 510 metri di corda, 90 metri di tubi di
ferro,36 metri di tubi di plastica, e addirittura due chilometri
e mezzo di scatolato di ferro e alluminio. L'opera si vedrà in tutto il mondo: oltre ai maxischermi in
città (anche al carcere di Bollate e San Vittore), il programma
sarà trasmesso in diretta su Rai 5 e Rai Hd in Italia, e da
Artè e Zdf nel resto d'Europa. Senza contare i 10 milioni di
persone che potranno vedere lo spettacolo - da cui sarà ricavato
un dvd - in differita sulla giapponese NHK, su Mezzo e le
televisioni di Slovenia, Croazia, Ungheria. Al cinema si potrà
ammirare in 150 sale italiane e in 80 distribuite in 11 Paesi
(fra cui Australia, Stati Uniti, Corea, Germania e Spagna).Un addio in mondovisione per Daniel Barenboim che a fine mese
lascerà la direzione musicale della Scala. Dicembre è un mese
intenso per il teatro che dovrà approvare il nuovo statuto,
rinnovare il cda (dove almeno tre membri sembra non saranno
riconfermati) e soprattutto affrontare i problemi economici.
Nell'anno di Expo servono tre milioni in più, ma non si sa chi
sostituirà la Provincia destinata a scomparire il primo gennaio
e altri soci, come la Fondazione Cariplo, minacciano di tagliare
i finanziamenti se non saranno tolte le nuove norme fiscali
dalla legge di stabilità.