sabato 6 dicembre 2014
All'appuntamento del 7 dicembre non ci sarà il presidente del Consiglio. Si temono tensioni in piazza, dopo i recenti sgomberi. Maxischermi e diretta tv.
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Una Milano blindata quella che si prepara alla Prima della Scala: e poco importa che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, abbia scritto al sovrintendente Alexander Pereira per dire che non ci sarà. Il rischio che si verifichino tensioni in piazza, dopo gli sgomberi e i tafferugli delle ultime settimane, resta. E lo dimostra la scritta fatta con la vernice spray "ci vediamo il 7/12" che campeggia in bella mostra in piazza Scala a Milano. Un ricordo del corteo per la casa di giovedì scorso in vista della mobilitazione di domenica.Quindi l'attenzione è alta. A presidiare ci saranno almeno 300 uomini delle forze dell'ordine. E, come di consueto, saranno montate in via Manzoni, piazza Scala e nelle zone limitrofe le transenne già accatastate nei giorni scorsi in centro. In piazza è autorizzato il presidio della Cub su casa e lavoro. Per questo, il sindacato porterà due gigantografie di uno stabilimento e di una casa popolare. "Noi siamo per le cose creative, non truculente", spiega il sindacalista Giuseppe Fiorito. Anche lui ammette però che davanti alla Scala potrebbe arrivare qualcun'altro con intenzioni più bellicose. Negli ultimi tempi sono stati sgomberati centri sociali come lo Zam, il Lambretta, il Corvaccio e Rosa Nera che difficilmente rinunceranno a scendere in piazza, una protesta che si unisce a quella di sfrattati e abusivi delle case popolari. I manifestanti saranno a distanza dal pubblico che entrerà in teatro per assistere al Fidelio per cui restano ancora invenduti una cinquantina di biglietti.Forse i vip saranno meno di altri anni ma comunque non pochi: da Eva Riccobono a Giorgio Armani passando per Mara Venier e Valeria Marini, il presidente del Senato Pietro Grasso e la direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde. Senza contare banchieri e industriali. Ci saranno il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente della Lombardia Roberto Maroni, ma non il presidente della Provincia Guido Podestà.E soprattutto ci saranno 65 professori d'orchestra, 94 coristi, 32 comparse per una produzione monumentale del Fidelio firmata da Deborah Warner che ha richiesto 2.500 chilogrammi di stucco, oltre 500 metri fra tela, garza e velluto nero, 30 sacchi di sabbia, 135 fogli di polistirolo, 67.000 chiodi coil, 29.000 viti, 150.000 graffe e 1.600 bulloni, più di 350 tavole di compensato e abete, 510 metri di corda, 90 metri di tubi di ferro,36 metri di tubi di plastica, e addirittura due chilometri e mezzo di scatolato di ferro e alluminio. L'opera si vedrà in tutto il mondo: oltre ai maxischermi in città (anche al carcere di Bollate e San Vittore), il programma sarà trasmesso in diretta su Rai 5 e Rai Hd in Italia, e da Artè e Zdf nel resto d'Europa. Senza contare i 10 milioni di persone che potranno vedere lo spettacolo - da cui sarà ricavato un dvd - in differita sulla giapponese NHK, su Mezzo e le televisioni di Slovenia, Croazia, Ungheria. Al cinema si potrà ammirare in 150 sale italiane e in 80 distribuite in 11 Paesi (fra cui Australia, Stati Uniti, Corea, Germania e Spagna).Un addio in mondovisione per Daniel Barenboim che a fine mese lascerà la direzione musicale della Scala. Dicembre è un mese intenso per il teatro che dovrà approvare il nuovo statuto, rinnovare il cda (dove almeno tre membri sembra non saranno riconfermati) e soprattutto affrontare i problemi economici. Nell'anno di Expo servono tre milioni in più, ma non si sa chi sostituirà la Provincia destinata a scomparire il primo gennaio e altri soci, come la Fondazione Cariplo, minacciano di tagliare i finanziamenti se non saranno tolte le nuove norme fiscali dalla legge di stabilità.
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