lunedì 5 febbraio 2024
Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha presentato i risultati raggiunti dall’Agenzia delle entrate e della riscossione
Il ministro dell'Economia Giorgetti con il direttore dell'Agenzia delle Entrate Ruffini e il Comandante Generale della Guardia di Finanza De Gennaro

Il ministro dell'Economia Giorgetti con il direttore dell'Agenzia delle Entrate Ruffini e il Comandante Generale della Guardia di Finanza De Gennaro - Fotogramma

COMMENTA E CONDIVIDI

«Nel 2023 grazie alle attività di recupero dell’evasione fiscale sono affluiti nelle casse dello Stato 24,7 miliardi di euro, 4,5 miliardi in più rispetto al 2022, pari a una crescita del 22%, a cui vanno aggiunti 6,7 miliardi» che derivano dalle attività svolte per conto di altri enti, come Inps, Inail, ministeri, prefetture e comuni. Sommando le due cifre «abbiamo superato i 31 miliardi, una cifra molti vicina a una legge di bilancio».

Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha presentato così, lunedì 4 febbraio, i risultati raggiunti nel 2023 dall’Agenzia delle entrate e dall’Agenzia delle entrate-riscossione. In particolare ha sottolineato con soddisfazione come il tax gap - ovvero la differenza tra il gettito riscosso effettivamente e quello che andrebbe pagato in base ai redditi effettivi ma che sfugge al fisco a causa di frodi, evasione, elusione - sia sceso dagli 89,5 miliardi del 2016 ai 66,5 miliardi del 2021: ovvero 23 miliardi in meno in sette anni. Per converso sale il gettito spontaneo nel 2023. Le somme versate dai cittadini per imposte dirette, indirette, regionali e comunali sono arrivate a 536,2 miliardi, segnando un aumento di 26,6 miliardi rispetto al 2022 (+5%).

Dati da record ma che nel complesso indicano come l’evasione fiscale resti in Italia un fenomeno radicato e di massa pur se in fase di contenimento. Pochi giorni fa era stato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo a paragonare l’evasione al terrorismo e a sostenere che la macchina fiscale dovrebbe utilizzare - Garante delle privacy permettendo - anche i social media per acquisire informazioni sul reale tenore di vita dei contribuenti. Parole dalla quali la Lega aveva preso pubblicamente le distanze. E Leo, ieri accanto a Ruffini e al ministro Giancarlo Giorgetti alla presentazione dei dati, è tornato sull’argomento: «Non ci sarà nessuna persecuzione dei soggetti che non si sono allineati con il fisco, ma cercheremo di sapere perché il contribuente non si adegua.

Nessuna caccia alle streghe ma una ricerca puntuale, la riforma serve per metterci al passo con i Paesi più avanzati in Europa».
Per migliorare le performance della macchina fiscale il cui ruolo Il ruolo, ha osservato Giorgetti, «è scomodo ma cruciale», Ruffini guarda all’uso delle nuove tecnologie: «Già oggi con l’intelligenza artificiale è possibile l’utilizzo di metodologie e tecniche di analisi dei dati dalle straordinarie potenzialità - ha osservato -. La loro applicazione in campo fiscale ci consentirà di migliorare ulteriormente, nel pieno rispetto della privacy, la precisione delle analisi di rischio e supportare l’adempimento spontaneo da parte dei cittadini».

Dei 24,7 miliardi di recupero dell’evasione fiscale realizzato nel 2023, informa l’Agenzia delle Entrate, 19,6 miliardi derivano dall’attività di controllo svolta dal fisco. Nello specifico: 11,6 miliardi sono frutto di versamenti diretti, 4,2 da promozione della compliance e 3,8 da cartelle di pagamento affidate ad Agenzia delle entrate-riscossione.

Ma sui dati è subito polemica. «La solita grancassa manipolatoria e propagandistica, a base di numeri gonfiati», accusa Emiliano Fenu, capogruppo M5S in commissione Finanze alla Camera. Per l’esponente di opposizione disaggregando i dati «si scopre l'ennesima bufala che nulla ha a che vedere con la lotta all’evasione, intesa come occultamento dei redditi». Da Fdi replica Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze: «C’è chi vaneggia continuamente di condoni e c'è chi ogni giorno, in silenzio e con impegno, lavora contro l'evasione fiscale. Gli ultimi dati lo dicono con chiarezza: il centrodestra appartiene alla seconda categoria, e i risultati si vedono».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: