Erano le 11 e 30 del 20 ottobre 1944, esattamente 70 anni fa, quando a causa del cielo terso 35 aerei americani si alzarono in cielo da Foggia per bombardare Milano. Ma per un “errore di rotta” (così risulta dai documenti americani dell’epoca) una delle bombe centrò in pieno la scuola elementare “Crispi” di Gorla, a Milano, e uccise 184 bambini insieme ai loro maestri e ai bidelli.
Questa mattina, nella piazza Martiri di Gorla sorta nel vuoto lasciato dalla scuola, si è tenuta una commossa e affollata celebrazione in memoria delle vittime.
Ad officiare la Messa, il vicario episcopale
Carlo Faccendini: “Siamo qui per ricordare, ma anche per pregare. Il male qui ha avuto come causa una sconcertante banalità – ha detto, riferendosi alla decisione di scaricare le 350 bombe per volare più leggeri, sebbene sotto ci fosse la città –. Quando c’è un contesto di odio, perché il male accada basta poco. Ma guardando voi mi viene da dire che dove c’è stato il massimo del male, oggi per reazione siamo più capaci di stringerci tra fratelli». Ad ascoltarlo, seri e composti, i tanti bambini che oggi frequentano la nuova scuola “Crispi” e la scuola “Martiri di Gorla!: tanti italiani, ma anche tanti piccoli di altre etnie, tutti comunque chiamati ad essere custodi della memoria.
“Milano non dimentica i suoi piccoli martiri, come Rinaldo Rumi, 8 anni, che era già in salvo ma tornò indietro per salvare la sorellina Gabriella, 6 anni. Li trovarono entrambi sotto un muro crollato, mano nella mano...», ha ricordato
Cristina Stancari, assessore all’Ambiente, Sport, Pari Opportunità della Provincia di Milano, intervenuta questa mattina a nome del presidente Guido Podestà. “Celebrare la memoria di questi innocenti significa amare la democrazia e la pace. La guerra è morte, distruzione, disperazione, oblio. Siamo qui oggi – ha proseguito l’assessore Stancari - come negli scorsi anni, per sottolineare che Milano non dimentica il brutale bombardamento che ha segnato profondamente l'identità della città e dei suoi abitanti. Milano non dimentica le vite spezzate dei suoi piccoli martiri, come quella di Ambrogio Sironi, che non voleva andare a scuola e si nascose sul carro del padre, ma fu scoperto e accompagnato in classe da dove, sfortunatamente, non uscirà più. Milano infine non dimentica Graziella Ghisalberti, Marialuisa Rumi, Giancarlo Novara e Giovanni Smidili, superstiti di quella mattina e che con grande coraggio hanno dato vita al Comitato dei Piccoli martiri di Gorla”.
La celebrazione è terminata e i bambini di Gorla, dopo due ore di composto silenzio, si lasciano andare a un saluto che sa di speranza: “Al nostro futuro!”, dicono, ora più consapevoli. Hanno appena ascoltato le storie di dolore dei loro coetanei morti sotto le macerie, vittime innocenti di una guerra insensata voluta dagli adulti, e sanno che non è scontato. “Speriamo di averlo, noi, un futuro”, ripetono, pur nel linguaggio giocoso dei bambini. Sanno che dipenderà anche da loro, i cittadini del domani.
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