Foto d'archivio
Un nuovo metodo di lavoro, con l’intento di tentare di fare in modo che i campi rom sia meno “ghetti” e sempre più parti integrant della vita della città. Un obiettivo che il Campidoglio intende raggiungere attraverso l’ascolto di chi, in questi anni, ha avviato progetti di inclusione con le popolazioni rom e sinti della Capitale: gli enti del Terzo settore. Con questa linea d’azione la giunta capitolina ha approvato la nuova strategia nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di rom e sinti 2021-2030 e, contestualmente, ha validato anche il piano d'azione cittadino per il superamento del "Sistema Campi" 2023-2026, che avrà un finanziamento di 12,9 milioni di euro.E sispera la fine dei campi rom nel 2026.
Un risultato che arriva alla fine di un percorso di ascolto - “In dialogo con la città” – partito nel novembre 2022 e terminato a giungo scorso, attraverso sei sottogruppi tematici: antiziganismo e partecipazione; regolarizzazione dei documenti; accesso ad un alloggio adeguato; assistenza sanitaria; occupazione e istruzione. La principale novità, infatti, sono gli interventi di contrasto all’antiziganismo (il pregiudizio e l’odio nei confronti dei rom), anche con la partecipazione dell’Ufficio nazionale antidiscriminazione della presidenza del Consiglio (Unar), che nei tavoli di lavoro ha attivato anche alcuni incontri di ascolto per i giovani residenti in alcuni campi.
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«Il Piano d’azione - spiega l'assessora alle Politiche ssociali e alla Salute Barbara Funari - punta a garantire i diritti fondamentali delle persone che vivono nei villaggi attrezzati, attraverso interventi condivisi nel tavolo di coprogrammazione. Per la prima volta Roma Capitale si attiverà in azione specifiche per il contrasto all'antiziganismo e per promuovere la partecipazione dei residenti nei campi stessi». Nel programma di superamento una delle priorità è stata data alla regolarizzazione dei documenti, «condizione indispensabile per qualsiasi processo di inclusione da avviare» e ai progetti innovativi e flessibili per il supporto all'abitare, alla formazione e al lavoro. «Una volta riscontrati i risultati, con uno specifico monitoraggio ed un dettagliato cronoprogramma, definiremo l'avvio della seconda fase 2027-2030 – conclude l’assessore - Inauguriamo così un nuovo metodo di lavoro che, con un'inversione di tendenza rispetto al passato, punta alla partecipazione più ampia possibile della cittadinanza avviando un modello di responsabilità condivisa».
Si comincerà, già entro la fine dell'anno, con la dismissione del campo 'Lombroso', nella zona nord di Roma, ricompreso nel contiguo Piano urbano integrato di Santa Maria della Pietà, lo storico ex ospedale psichiatrico. L'area, oggi parco e sede di uffici pubblici e Asl, è oggetto di un profondo piano di riqualificazione con i fondi Pnrr. Nel campo vivono al momento 148 persone, di cui circa la metà minorenni. A Piano ultimato seguirà una valutazione dei risultati ottenuti e la programmazione di una nuova tranche di interventi 2027-2030.