mercoledì 19 novembre 2014
Palazzo Chigi accelera: c’è un miliardo disponibile. Regioni e Comuni ci dicano quali cantieri apriranno. Renzi: maltempo ferita sempre aperta, via dalla melma burocratica.
EDITORIALE Mai più lasciar fare di Marco Tarquinio
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​Di fronte ai gravissimi ritardi di Regioni e Comuni per la messa in sicurezza del territorio, il governo lancia un ultimatum: entro il 4 dicembre fateci sapere quali cantieri intendete aprire col miliardo di euro già disponibile, quanti soldi vi servono e in che tempi realizzerete le opere. È quello che dirà domani Erasmo D’Angelis, capo di #italiasicura, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico della presidenza del Consiglio, nella riunione urgente convocata a Roma coi presidenti delle Regioni, i sindaci delle principali città e i rappresentanti delle Autorità di bacino. Un ultimatum necessario visto che attualmente solo il 3 per cento degli interventi previsti dagli Accordi di programma Stato-Regioni siglati nel 2009-2010 e da richieste successive in seguito ad eventi meteo devastanti è stato completato.Dopo quattro anni, infatti, delle 3.395 opere anti-emergenza previste solo 109 risultano concluse, il 19% (631) in corso di esecuzione e il 78% ferme, «ostaggi – denunciano a Palazzo Chigi – di burocrazia, in fase di progettazione o di affidamento o non ancora finanziati e comunque ancora molto lontano dalla fase di cantiere». Ed è solo una parte dei ritardi delle opere e dei fondi non utilizzati. Nel lavoro di monitoraggio sulla "mala-amministrazione", la struttura di Palazzo Chigi ha scovato 2,3 miliardi di euro ancora non impegnati in cantieri su 5,7 miliardi stanziati dal 1998 e assegnati attraverso fondi del ministero dell’Ambiente a Comuni, Province e Regioni, programmi integrativi, programmi stralcio, piani strategici nazionali, Fondi strutturali europei (Por), Accordi di programma 2009-2010 (quelli citati prima). Proprio gli Accordi di programma rappresentano la fetta più corposa con 1,2 miliardi non spesi, vengono poi 785 milioni dei Por e 308 milioni relativi addirittura a interventi programmati prima del 2009 e mai realizzati.Questo il motivo della riunione di domani: progetti esecutivi, opere e interventi urgenti, risorse disponibili e un cronoprogramma da rispettare per difendere le aree metropolitane dal rischio frane o alluvioni. Così oltre ai presidenti delle Regioni e delle Autorità di Bacino ci saranno i sindaci delle principali città italiane e i rappresentanti del ministero dell’Ambiente e del Dipartimento Coesione. Intanto ieri sera, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nella sua e-news, ha parlato del maltempo come di «una ferita aperta. Si scavi il fango dalle città, si tiri via la melma delle pratiche burocratiche, si realizzino le opere da fare» ha sottolineato il premier.Da parte sua, il governo chiederà a Regioni e Comuni di comunicare entro il 4 dicembre l’elenco delle opere da finanziare, con quanti soldi e in che tempi. «Quello che sta accadendo – spiega Erasmo D’Angelis, capo di #italiasicura – dimostra che i livelli di esposizione al rischio sono tali che non consentono più a nessuno di perdere tempo, sottovalutare e di continuare ad abusare del territorio devastando aste fluviali e aumentando i pericoli. Adesso si volta pagina e tutti dobbiamo considerare finalmente la prevenzione come priorità per il Paese».
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