venerdì 17 giugno 2011
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La Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, stigmatizza il via libera alla Pillola dei cinque giorni dopo da parte del Consiglio Superiore della Sanità, considerandola un "ulteriore passo verso il baratro". "Come si fa ad affermare - si legge in un comunicato dell'associazione firmato dal responsabile generale Giovanni Ramonda - che non si tratti di aborto eliminare il bambino finché non si è annidato nel ventre della madre? Si tratta di un modo per addormentare le coscienze su una realtà che sempre di più scuote la sensibilità dell'opinione pubblica. Ancora una volta si vuol far credere che il più debole ed indifeso fra gli esseri umani, il bimbo appena concepito, può essere sacrificato agli interessi degli adulti"."Così per convincere i nostri giovani a rifiutare la vita si cerca di convincerli che non c'è gravidanza e non c'è vita con un inganno fatale. Ognuno di noi è stato concepito, è stato embrione e ha trovato ospitalità nel ventre della propria madre fino alla nascita. Questa certezza si vuole negare e così togliere ogni protezione e aiuto a chi si trova con una gravidanza inattesa, colpevole di non aver usato tutte le precauzioni, fino ad accusarla di egoismo se non accetta di sopprimere il figlio che porta in grembo".
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