Innanzi alla crisi che sta scuotendo il nostro Paese «diventa indispensabile una sinergia fra tutte le Istituzioni per offrire risposte concrete alle crescenti necessità della gente». Nel suo discorso agli amministratori di Roma e del lazio il Papa ha affrontato il problema gravissimo della crisi economica: «Penso qui alle famiglie - ha detto Benedetto XVI - soprattutto a quelle con figli piccoli che hanno diritto a un avvenire sereno, e agli anziani, molti dei quali vivono in solitudine e condizioni disagiate; penso all’emergenza abitativa, alla carenza di lavoro e alla disoccupazione giovanile, alla non facile convivenza tra gruppi etnici diversi, alla grande questione dell’immigrazione e dei nomadi». «Se l’attuare adeguate politiche economiche e sociali è compito dello Stato - ha continuato il Pontefice - la Chiesa, alla luce della sua dottrina sociale, è chiamata a dare il suo apporto stimolando la riflessione e formando le coscienze dei fedeli e di tutti i cittadini di buona volontà. Forse mai come oggi la società civile comprende che soltanto con stili di vita ispirati alla sobrietà, alla solidarietà ed alla responsabilità, è possibile costruire una società più giusta e un futuro migliore per tutti». Ecco perché, secondo il Papa, «priorità inderogabile è la formazione al rispetto delle norme, all’assunzione delle proprie responsabilità, a una impostazione di vita che riduca l’individualismo e la difesa degli interessi di parte per tendere insieme al bene di tutti, avendo particolarmente a cuore le attese dei soggetti più deboli della popolazione, non considerati un peso, bensì una risorsa da valorizzare». Formazione di cui la Chiesa si occupa in maniera preminente, soprattutto indirizzandosi ai giovani, che oggi pagano in maniera così evidente le carenze educative della società. «Come non pensare specialmente ai ragazzi e ai giovani, che sono il nostro avvenire? - ha detto a questo proposito il Pontefice -. Ogni volta che la cronaca riferisce episodi di violenza giovanile, ogni volta che la stampa riporta incidenti stradali dove muoiono tanti giovani, mi torna alla mente l’argomento dell’emergenza educativa, che richiede oggi la più ampia collaborazione possibile. Si affievoliscono, specie tra le giovani generazioni, i valori naturali e cristiani che danno significato al vivere quotidiano e formano ad una visione della vita aperta alla speranza; emergono invece desideri effimeri e attese non durature, che alla fine generano noia e fallimenti. Tutto ciò ha come esito nefasto l’affermarsi di tendenze a banalizzare il valore della stessa vita per rifugiarsi nella trasgressione, nella droga e nell’alcool, diventati per taluni rito abitudinario del fine settimana».In conclusione Benedetto XVI ha toccato anche il tema della sanità, ricordando gli sforzi enormi profusi dalla Chiesa e dalle associazioni cattoliche sul territorio anche in questo ambito e ringraziando le istituzioni del Lazio per aver appoggiato questo tipo di impegno.