Sono stati 1.500 gli studenti che hanno tenuto a battesimo la manifestazione, organizzata da tantissime associazioni, tra cui Addiopizzo, Arci Sicilia, Associazione per la pace e lo sviluppo nel Mediterraneo, Banca Etica, Centro Impastato, Libera Terra, Siquillyah, Solidaria, Fisac Cgil. «Abbiamo iniziato con una colazione al gazebo in fiera del Caffé del Kassaro che ha scelto di non avere slot machine nel suo locale – spiega Steni Di Piazza, direttore di Banca Etica a Palermo –. Il titolare del bar, Lucio Gionti, sarà premiato oggi dal sindaco. Ma vogliamo anche curare il cattivo gioco con quello sano, comunitario, nel rispetto dei cittadini più vulnerabili. È un modo per rilanciare un nuovo modello di economia: in Sicilia sono stati spesi oltre 5 miliardi e 642 milioni nel gioco d’azzardo».
A dare il “calcio d’inizio” Luigino Bruni, economista e coordinatore della commissione internazionale Economia di comunione. «Lo SlotMob è nato dalla riflessione di due giovani romani che videro un ragazzo disabile entrare in un bar per andare a prendere la mamma che giocava la pensione del figlio alle macchinette – racconta Bruni –. È straordinario quello che in pochi mesi è accaduto. Oggi aderiscono 100 associazioni a livello nazionale e questa è la decima giornata per dire no a un sistema malato». E il sindaco Leoluca Orlando rilancia: «Sostenibilità significa armonia, armonia tra me e gli altri, armonia tra gli esseri umani, armonia tra gli esseri umani e l’ambiente, fra passato e futuro. Non a caso Palermo si candida Capitale Europea della Cultura 2019 perché con 125 nazionalità e 100 lingue parlate si vive in grande armonia».
Tra le questioni al centro della fiera, oltre alla sostenibilità ambientale e all’eticità dei prodotti, la legalità, con la carta etica sottoscritta da tutte le aziende partecipanti. «È un documento di impegno – dice Umberto Di Maggio, coordinatore regionale di Libera – che riguarda fiscalità, scelta dei fornitori, politiche del lavoro, qualità dei prodotti. Un percorso a cui si è arrivati insieme a Libera. Fa’ la cosa giusta! È una fiera contro gli stili di vita mafiosi». Ma anche Libera si è ritrovata ad affrontare il problema della ludopatia e del gioco d’azzardo. «Giornalmente riceviamo almeno dieci telefonate di persone che ci chiedono aiuto perché non riescono a uscire dal tunnel – aggiunge Di Maggio –. Noi che siamo nati come associazione antimafia ci troviamo a rispondere anche ai bisogni nati dall’uso inconsapevole del denaro».