sabato 8 settembre 2012
Rientrata l'allerta allo stabilimento di Portovesme. Ritrovato questa mattina un pacco contenente otto candelotti riempiti di mastice con fili elettrici collegati a una batteria. Gli investiatori: «Brutto segnale». Dai sindacati arriva la  «ferma condanna» per un gesto «sconsiderato» e destinato ad acuire la tensione.
 I tre operai scendono dal silos
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Quello ritrovato ai piedi del traliccio vicino allo stabilimento Alcoa è un falso ordigno. All'interno, come hanno stabilito gli artificieri, c'è solo mastice. I fili elettrici che escono dai candelotti arrivano ad una scatola con una batteria ma che non è un detonatore. «È comunque un brutto segnale», dicono gli investigatori.A far scattare l'allarme, intorno alle nove di questa mattina, era stata una telefonata anonima fatta da una donna dal lieve accento straniero all'agenzia Ansa: «Sul traliccio lato portineria dell'Alcoa c'è dell'esplosivo». Immediato l'intervento della polizia e degli artificeri che hanno rilevato la presenza di un pacco sospetto ai piedi di un traliccio di "Terna" a poca distanza dalla portineria dell'Alcoa. Legati insieme quattro a quattro, gli involucri erano sistemati ai quattro lati del traliccio. Anche se l'allarme è rientrato, a Portovesme resta alta la tensione. La strategia delle bombe «non appartiene alla storia e alla cultura dei lavoratori dell'Alcoa». Così il segretario provinciale della Fim-Cisl del Sulcis, Rino Barca, dopo il ritrovamento di otto candellotti in un traliccio davanti all'ingresso dello stabilimento di Portovesme. Dal sindacalista arriva la «ferma condanna» per un gesto «sconsiderato» destinato ad acuire la tensione legata alle sorti incerte della fabbrica. In vista della trasferta di lunedì a Roma di almeno 500 operai che presiederanno il ministero dello Sviluppo economico in occasione del vertice sulla vertenza, Barca annuncia che verrà «rinforzato il servizio d'ordine predisposto dal sindacato per scongiurare infiltrazioni estranee alla lotta sindacale». 

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