mercoledì 15 giugno 2011
Secondo l’accusa gestiva informazioni segrete e nomine. Complesso intreccio di ricatti e di dossier. Chiesti i domiciliari anche per il deputato pdl Alfonso Papa. L’inchiesta condotta dal pm Woodcock Indagati anche un carabiniere e un poliziotto.
- P4, «le mani su nomine e appalti»
- Woodcock, tante inchieste e poco arrosto
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Notizie riservate, appalti e nomine, dossier e ricatti, interferenze su organi costituzionali: attività miste di una società segreta, denominata P4, in realtà una vera associazione a delinquere, oggetto di un’inchiesta della procura di Napoli sfociata ieri nell’arresto, ai domiciliari, di Luigi Bisignani, 57enne uomo d’affari definito nell’imputazione un «soggetto più che inserito in tutti gli ambienti istituzionali e con forti collegamenti con i servizi di sicurezza». Indagato con Bisignani il deputato del Pdl Alfonso Papa per il quale la Procura di Napoli ha inviato alla Camera un’ordinanza di custodia cautelare. La Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio esaminerà la richiesta di arresto probabilmente il 22 giugno. A completare il gruppo artefice, per la Procura napoletana, di un raffinato «sistema criminale», sono il sottufficiale dei carabinieri di Napoli Enrico La Monica e l’assistente della Polizia di Stato Giuseppe Nuzzo, in servizio al commissariato di Vasto Arenaccia. Tra gli altri indagati, a vario titolo, anche il direttore dell’Avanti Valter La Vitola, l’imprenditore Angelo Chiorazzo e Raffaele Balsamo, titolare di alcuni negozi nei quali risulterebbero essere state acquistate schede telefoniche cellulari utilizzate da Papa e Bisignani ma intestate fittiziamente a terze persone.Sul coinvolgimento di altri appartenenti alle forze dell’ordine sono in corso le procedure di identificazione. L’accusa per Bisignani, Papa e altri indagati è di favoreggiamento in relazione alla rivelazione di notizie coperte da segreto e di corruzione.L’indagine è condotta dai pm della Procura di Napoli Francesco Curcio e Henry John Woodcock e cerca di fare luce appunto su un presunto sistema informativo parallelo. Secondo gli inquirenti il quadro è già «nitido», la P4 avrebbe avviato un’attività di dossieraggio clandestino con l’obiettivo di gestire e manipolare informazioni segrete o coperte da segreto istruttorio interferendo anche sulle funzioni di organi costituzionali, condizionandone le scelte, pilotando importanti appalti, nomine e finanziamenti in vari settori della pubblica amministrazione.Dalla lettura di due dei capi di imputazione formulati dai pm emerge che il parlamentare Alfonso Papa, quando rivestiva la carica di magistrato, avrebbe acquisito informazioni su indagini penali in cui erano coinvolti l’ex direttore generale della Rai Mauro Masi, il coordinatore del Pdl Denis Verdini e il sottosegretario Gianni Letta. Il braccio destro del presidente del Consiglio ha detto però di non sapere che tipo di informazioni possa aver acquisito l’onorevole Papa sul suo conto: «Cado dalle nuvole - ha dichiarato Letta -. Non ho mai parlato con lui di presunte inchieste a mio carico, non sapevo nemmeno che esistessero e non so neppure se davvero esistano». Nei confronti di Papa, inoltre, i pm napoletani avrebbero tra l’altro riscontrato una «anomala» disponibilità di immobili che non sono di proprietà del deputato e il cui affitto è pagato da altri, «noti imprenditori» o parenti di Papa.Sempre secondo gli inquirenti anche il sottufficiale dell’Arma La Monica avrebbe rivelato in più occasioni notizie coperte da segreto, in cambio della promessa di essere sponsorizzato per l’assunzione all’Aise, i servizi segreti militari.
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