venerdì 11 gennaio 2013
Presentato oggi a Milano il rapporto dell'Osservatorio europeo sulla sicurezza. Il 60,9% degli italiani ha paura per il futuro dei propri figli, mentre il 51,6% è preoccupato per le prossime elezioni politiche.
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Il futuro fa paura agli italiani. Un senso di timore diffuso, senza nome, pervade tutta la società: quattro su dieci dicono di sentirsi “insicuri”, in tutti gli ambiti della loro vita. Sono i dati che emergono dal rapporto dell'Osservatorio europeo sulla sicurezza, che ha condotto un'indagine telefonica su 2009 cittadini dai 15 anni in su.  Nel dicembre del 2010 erano il 23,6 per cento degli italiani. Nel 2011, l'area sociale era comunque in aumento, ma di otto punti in meno rispetto al riscontro del 2012.La classifica. Sarà colpa dei maya o dei cambiamenti climatici, fatto sta che il 66,1% degli italiani ha paura delle distruzioni dell'ambiente e della natura. I cataclismi superano crisi internazionale (primo a gennaio 2012 con una percentuale di "impauriti" del 56,1%, oggi al quarto posto al 54,1%) e il timore per il futuro dei propri figli (oggi al secondo posto con il 60,9%, al pari di dodici mesi fa, quando la percentuale però era del 55,4%).E ci sono delle new entry, come il voto del prossimo 24 e 25 febbraio, che si piazza al quinto posto, con il 51,9% di "spaventati".La paura cresce, ma per una volta non è colpa della tv. Una novità che emerge dall'ultimo Osservatorio europeo sulla sicurezza dal titolo "Le insicurezze senza confini degli italiani", solitamente molto critico con lasovraesposizione delle notizie che inducono paura sui telegiornali italiani. Tra queste, le notizie “ansiogene” sono passate dal 41% di un anno fa al 19%, un segno meno che rappresenta il discrimine più consistente del 2012. Di segno opposto, invece, il trend per ciò che riguarda la criminalità: le notizie salgono al 62% e si conquistano il primo posto tra le news dell'insicurezza. Ne parlano soprattutto Studio aperto (1.71 notizie nel 2012), Tg5 (1394) e Tg1 (1173), mentre fanalino di coda è il TgLa7, fermo a 2018 servizi.
Dal biennio 2007-8 in avanti, il racconto della violenza è sempre stato legato ad una tematica. All'inizio fu l'equazione "immigrazione-criminalità", poi la serializzazione del crimine (2010-11, dal caso Scazzi in avanti) e quest'anno è stata la volta della violenza sulle donne. Il "femminicidio" ha occupato le tv soprattutto in luglio, ottobre e dicembre (65, 78 e 74 notizie) e in generale ha rappresentato una delle chiavi dilettura sociali della violenza in Italia.  Altro tema caldo i suicidi dovuti alla crisi, che fino ad agosto sono stati presenti con insistenza sui tg, in particolare in maggio, quando hanno toccato la quota record di 42 notizie.Al secondo posto tra i "temi mediatici dell'insicurezza", il Rapporto pone le questioni legate al lavoro. Valgono il 24,3%, tanto che se sommate alla criminalità totalizzano quasi il 90%. Anche in questo caso, il racconto dei media si snocciola attraverso grossi casi notiziabili, come l'Alcoa o l'Ilva, ma difficilmente il tema ha una presenza costante nella scaletta. Il dato per di più scende rispetto al 2011, quando la percezione della crisi era ancora più accentuata e impoverimento/perdita del lavoro/peggioramento delle condizioni di vita contava per il 38,6% delle notizie sull'insicurezza.L'identikit di chi ha paura. Donna, anziana, residente nel Sud Italia, con un livello di istruzione più basso della media e una condizione sociale poco elevata. Ecco l'immagine tipo di chi è più in ansia per il futuro. Al di là del quadro generale, che ripercorre uno stereotipo consolidato anche dai rapporti precedenti, l'insicurezza, soprattutto economica, fa presa in modo trasversale. In particolare al Nord est, dove attanaglia gli imprenditori. La criminalità organizzata, poi, spaventa a Nord Ovest, mentre quella locale impensierisce l'Italia centrale. L'agenda dei cittadini. I nemici da combattere, per gli italiani, non sono più gli stranieri. Oggi sono delle sigle, dal significato oscuro ai più: Fmi, Bce, S&P, Fitch. «E per primo il famigerato spread», scrive il direttore dell'Osservatorio europeo sulla sicurezza, Ilvo Diamanti. È il "mondo" in quanto tale, secondo il sociologo, a fare paura, soprattutto dal punto di vista economico. Ecco perchè i primi tre posti dell'agenda ideale dei cittadini sono occupati da temi che riguardano le casse dello Stato: la disoccupazione (un'urgenza da affrontare per la metà degli intervistati), la situazione economica in generale (42%) e la situazione economica in generale (42%).Paura delle elezioni. Secondo il 46% degli intervistati dall'Osservatorio europeo sulla sicurezza il voto di febbraio provocherà un terremoto nell'economia italiana «per il ritorno della politica e dei partiti». Tanto che quasi quattro persone su dieci farebbero a meno di andare alle urne «pur di avere un leader forte che possadecidere su ogni cosa». Una considerazione che abbraccia gli elettori in modo trasversale.
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