Gli investigatori hanno individuato capi e gregari, accertando numerose estorsioni praticate in modo capillare e soffocante da cosa nostra ai danni di imprese edili e attività commerciali del territorio e riscontrando un diffuso condizionamento illecito dell'economia locale. Nel corso dell'operazione sono stati inoltre sequestrati complessi aziendali per svariati milioni di euro.
A capo del mandamento di Tommaso Natale e Resuttana, secondo le indagini, ci sarebbero stati Girolamo Biondino, fratello di Salvatore, l'autista di Totò Riina. Era da poco stato scarcerato e apparentemente faceva il pensionato. Girava in autobus e non si faceva vedere in giro con altri uomini d'onore. Secondo gli investigatori sarebbe stato lui a tenere le fila e imporre il pizzo a tappeto nel mandamento.
Il titolare di una ditta di traslochi, secondo gli investigatori, sarebbe il capo della cosca dell'Arenella. L'uomo, attraverso la sua pagina sui social, faceva rivendicazioni contro il sovraffollamento delle carceri e chiedeva l'amnistia.