Il neo presidente Onesti con Mariella Enoch - Ansa
Un sì al nuovo ruolo detto con «senso di responsabilità e umiltà» per un compito – quello di presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù per i prossimi tre anni – che è «più che un incarico aziendale, è una missione che ti devi sentire, che va affrontata con amore e umanità». Tiziano Onesti, che lunedì è stato nominato successore di Mariella Enoc alla guida del nosocomio pediatrico della Santa Sede, si presenta ai dipendenti dell’ospedale citando un motto di Papa Francesco che vuole fare suo: «Il vero potere è il servizio, che significa amare e avere cura delle persone».
Presidente, Mariella Enoc ha raccontato di essere rimasta colpita dalla prontezza e dal sorriso con cui ha accettato questo ruolo. Un segno, secondo lei, che «già ama questo ospedale».
Ho accettato con grande senso di umiltà e disponibilità, come ha fatto Mariella Enoc che, mi piace sottolinearlo, resterà consultore per i progetti di sviluppo dell’ospedale. Seguirò la sua guida e il suo esempio, che è anche sfidante per me. C'è qui un senso di comunità che non avevo captato a pieno quando ero revisore dei conti e si vede in tante cose. La considerazione delle altre persone testimonia la vicinanza agli altri. Medici, infermieri, operatori, ricercatori non si occupano solo del paziente e della sua malattia, ma lavorano insieme accanto alle famiglie e al contesto che c’è intorno. È questo il valore aggiunto, è un lavoro straordinario che si fa tra queste mura ogni giorno. Sapere poi che il Bambino Gesù ha sempre le porte aperte per le cure ai bambini che vengono da regioni diverse, come anche da Paesi meno fortunati è un valore in più. Una eccellenza che continuerà, così come le missioni internazionali e la formazione dei medici nei Paesi stranieri. Sono risultati, lo ripeto, che dipendono dal fatto che questo ospedale è una grande famiglia, una comunità. Per questo farò il giro delle varie sedi dell'ospedale, per dimostrare il mio riconoscimento e la mia vicinanza a tutti quelli che rendono grande ogni giorno questa struttura. A 62 anni ho compreso che l’ascolto e la comprensione degli altri è fondamentale, soprattutto non va dimenticato che davanti a te hai una persona. Per questo sono onorato e grato al Papa che ha mi ha scelto per questa straordinaria avventura, anche di umanità.
A proposito, lei non ha mai incontrato papa Francesco, se non una volta quando era presidente di Trenitalia in cui fu involontario spettatore di una scena divertente. Ce la racconta?
Durante il viaggio a Napoli, incontrando i bambini di Scampia, uno di loro chiese al Papa dei suoi viaggi e lui gli rispose che non gli piaceva tanto viaggiare. Fu una scena davvero divertente. Altre occasioni di incontro non ne ho avute.
Il passaggio di testimone arriva in un momento di grandi cambiamenti per l’ospedale – la nuova sede, la digitalizzazione, il nuovo assetto organizzativo - come pensa di affrontare queste sfide?
Intendo continuare nel solco tracciato da Mariella Enoc che in questi sette anni ha fatto un’opera gigantesca. L’ospedale è cambiato tantissimo e in meglio e credo si veda dai numeri e dall’equilibrio sostanziale che ha. Continuerò, pertanto, a seguire l’esempio e le cose che ha portato avanti il mio predecessore. La digitalizzazione è fondamentale e deve calarsi su un ambiente maturo per essere operativa e utile, la nuova organizzazione è stata già varata a gennaio e poi c’è la sfida del nuovo ospedale che tutti ci auguriamo si faccia presto.
Ecco, scendiamo nel dettaglio del nuovo ospedale. Che tempi di realizzazione prevede?
Stiamo riprendendo le interlocuzioni sul progetto del nuovo ospedale Bambino Gesù con il governo, la Regione, la Santa Sede e tutti i soggetti interessati, e comprende che non è facile mettere intorno ad un tavolo - e soprattutto d’accordo - quattro soggetti. Un compito per cui nell’ultimo anno la presidente Enoc si è spesa molto. Io appena prenderò servizio, il primo aprile, cercherò di portare avanti questo compito. Intanto noi internamente stiamo studiando tutte le varie opzioni che si possono presentare per un investimento del genere, intorno ai 400 milioni di euro. Avvertiamo infatti forte l'esigenza di avere una sede più grande: qui al Gianicolo gli spazi sono quelli che sono e tutti fanno davvero i miracoli. Ecco perché noi vogliamo costruire l'ospedale il più presto possibile. In genere, il timing per fare un ospedale è un orizzonte temporale di medio-lungo termine, quindi 7-8 anni, ma noi potremmo essere più veloci compatibilmente con il fatto che tutti i soggetti interessati si siedano intorno al tavolo e trovino la quadra sul profilo economico e di sostenibilità.
Più veloci che intende? La prima pietra per il Giubileo è ipotizzabile?
Dobbiamo essere realisti, siamo nel 2023. Due anni per un ospedale? Anche per ristrutturare una casa ci vogliono più di due anni. Serve senso pratico. La prima pietra per il 2025? Magari anche qualcosa di più, se ci riusciamo.