È in stato di fermo il compagno 30enne, bloccato ieri dalla polizia, della nigeriana di 26 anni uccisa con una coltellata alla gola nel suo alloggio del Cara di Mineo, nel catanese. Dopo una notte di interrogatori e ricostruzioni, l'uomo, un migrante che al suo sbarco in Italia ha dichiarato di essere originario del Mali e di avere 30 anni, è accusato dell'omicidio volontario con le aggravanti di avere agito per motivi futili e con crudeltà.
Il migrante, che vive nel Nord Italia, sembra fosse tornato per convincere la donna e i figli a trasferirsi da lui. Sulle braccia
dell'uomo sono stati trovati dei graffi, che sono al vaglio della polizia scientifica. Accertamenti sono in corso anche su un coltello
di 13 cm con macchie di sangue trovato nella cucina dell'abitazione della donna, non lontano dal corpo di Miracle.
Secondo quanto ricostruito finora, l'uomo era giunto a Catania per andare a trovare la moglie, da oltre un anno al Cara di Mineo in attesa dell'asilo politico, e i figli minori, di 8 e 6 anni e al culmine di una lite aveva colpito la donna, dandosi alla fuga. I figli piccoli non avrebbero assistito alla scena dell'omicidio, ma sarebbero comunque sotto shock.
Da anni il Centro per richiedenti asilo siciliano è al centro di polemiche e inchieste. L'omicidio, inoltre, diomostra che dalla struttura è possibile entrare ed uscire senza venire visti dallla sorveglianza. Il presunto assassino, infatti, non risultava essere passato dall'ingresso principale né, a quanto è dato sapere, aveva diritto alcuno a fare ingresso nella struttura.