«È così. Il fondo per l’indigenza presso il ministero delle Politiche agricole non è stato rifinanziato. Si è modificata - com’è noto - la modalità del finanziamento del sostegno alimentare contro la povertà. Fino allo scorso anno era incardinato presso il ministero delle Politiche agricole, oggi presso quello del Politiche sociali. Detto ciò, è un clamoroso errore non finanziarlo». Andrea Olivero, senatore di Democrazia e solidarietà e viceministro del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, non ci sta: «Mi batterò per recuperarli», promette.Secondo i tecnici sarebbe stato "solo" un riaccorpamento dei fondi nelle politiche sociali. Olivero non discute la razionalizzazione, ma la scelta politica: «Capisco la logica del ministero delle Finanze, che ritiene il tema non più di competenza nostra. Ma è un errore – dice il senatore – perché il ministero è delle Politiche agricole ma anche alimentari. Cioè dell’alimentazione dei cittadini, a partire da chi ha difficoltà ad approvvigionarsi». E qui il viceministro si impegna: «Mi batterò nelle prossime settimane perché nell’iter della legge di stabilità possano ritornare queste risorse. Oggi la gran parte dei finanziamenti sono del Fondo sociale europeo – spiega – allocati presso il ministero delle Politiche sociali, spesi attraverso un ente strumentale qual è Agea. Abbiamo mantenuto la continuità evitando il problema dello scorso anno di un’interruzione. Ma il nostro ministero deve ancora avere risorse: sia per l’acquisto di alimenti – dice Olivero – sia per agevolare l’incontro tra la disponibilità di "fresco" e "freschissimo" nella grande distribuzione e chi ha bisogno».Buttare derrate alimentari è anche sprecare energia, inquinare inutilmente, aggravare lo smaltimento dei rifiuti. «Il tema è sia ambientale che etico. Non dimentichiamo – sottolinea il viceministro – la crescita di 1,5 milioni di persone in povertà assoluta negli ultimi due anni. Il mio ministero deve continuare ad avere voce in capitolo su un tema dell’alimentazione che non è solo sociale ma riguarda anche la qualità. E non di una fetta irrisoria della popolazione: tra povertà assoluta e povertà relativa siamo oltre un decimo della popolazione».Olivero sottolinea i rischi sanitari di una cattiva alimentazione. «Un milione e mezzo tra i poveri sono minori. È un dato preoccupante se pensiamo alle possibili conseguenze sul loro sviluppo». La battaglia ora si sposta in Parlamento: «So che di questi tempi spostare capitoli di spesa non è mai semplice, ma sarà difficile non riconoscere la bontà di questa logica».Non si tratta di cifre immense, ma di 10 milioni. Poca cosa, in una manovra. Molto per milioni di poveri: «Si recupererebbero derrate fresche non distribuite. I tagli al mio ministero non hanno colpito il mondo agricolo, in grande difficoltà: i risparmi sono stati tutti sulla struttura. Ma questi 10 milioni sono davvero importanti».