Lo Stato deve concludere il procedimento di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais geneticamente modificato già autorizzato a livello comunitario senza attendere la decisione delle Regioni. Lo ordina il Consiglio di Stato nella decisione del 19 gennaio 2010 di cui si è avuto oggi notizia. "Il rilascio dell'autorizzazione alla coltivazione - spiegano i giudici amministrativi - non può essere condizionato alla previa adozione dei piani di coesistenza" che le Regioni devono adottare. La decisione del Consiglio di Stato costituisce una novità di tutto rilievo - commenta il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni -. Adesso l'Amministrazione ha novanta giorni per dare una risposta alle migliaia di agricoltori che vogliono sapere se è possibile o meno utilizzare anche in Italia le moderne biotecnologie di cui tutto il mondo, ma anche altri Paesi europei, usufruiscono". Sarà il maiscoltore friulano Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra, l'associazione di imprenditori agricoli che si batte per l'introduzione delle biotecnologie e per la libera scelta degli agricoltori, il primo a poter seminare mais Ogm in Italia. Il Consiglio di Stato, al quale l'agricoltore aveva fatto ricorso perchè fosse riconosciuto il suo diritto a scegliere cosa seminare in forza della normativa comunitaria gli ha dato ragione. La sentenza n.183 del 19 gennaio 2010 stabilisce che il ministero delle Politiche agricole è tenuto a rilasciare l'autorizzazione alla semina di varietà iscritte al catalogo comune e ha fissato un termine di 90 giorni per il rilascio dell'autorizzazione. "La sentenza è inequivocabile: seminare Ogm è un diritto degli agricoltori e le linee guida sulla coesistenza non sono e non potranno essere un ostacolo all'innovazione, afferma Duilio Campagnolo, Presidente di Futuragra. Gli agricoltori hanno deciso e andranno avanti. Le associazioni di categoria facciano adesso la loro parte"