mercoledì 25 giugno 2014
​Rapporto Ocse: più della metà ha superato i 50 anni. Preoccupa anche il precariato. Il ministro Giannini: "velocizzare tempi concorso".
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​L'Italia è il Paese Ocse con gli insegnanti più anziani, con un'età media di 48,9 anni e oltre il 50% di over 50. Lo riferisce uno studio dell'organizzazione parigina sulle condizioni di lavoro nella scuola. Nel nostro Paese, il 39,2% degli insegnanti di scuola primaria e secondaria ha tra 50 e 59 anni, e l'11,1% ne ha 60 o più. Gli insegnanti under 30 sono appena l'1%, quelli under 40 il 16,7%. La situazione è simile anche per i presidi: con 57 anni di età media, l'Italia è seconda solo alla Corea (58,8) e a pari merito con il Giappone. Oltre l'85% dei presidi italiani ha più di 50 anni, e il 46,5% ne ha più di 60.

"Dobbiamo velocizzare al massimo i tempi del concorso per i docenti della scuola" ha detto il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, commentando i dati del rapporto Ocse diffuso oggi, che mette in evidenza l'età media alta degli insegnanti italiani e la loro condizione di precariato. Per far fronte a questa situazione, ha sottolineato Giannini, a margine di un incontro alla Luiss, bisogna assumere nuovi docenti e "il metodo per assumerli è il concorso". "Ci stiamo inoltre impegnando - ha aggiunto il ministro - per risolvere il nodo della quota 96, un problema non creato da noi, su cui ci stiamo adoperando. Se riusciamo nell'intento potremmo avere altre 4 mila assunzioni". Secondo lo studio Ocse oltre all'età avanzata degli insegnanti italiani, il probelma principale è il precariato . Il 18,5% degli insegnanti di scuola primaria e secondaria sono precari, con contratti a tempo determinato da un anno scolastico o meno. La percentuale è la quarta più elevata tra i Paesi membri dell'organizzazione, dopo Romania (25%), Cipro (20,1%) e Finlandia (19,2%), e a pari con il Cile. Il dato, riporta sempre l'Ocse, è in lieve calo rispetto a cinque anni prima, quando i precari erano il 19,4%. Gli insegnanti italiani sono soddisfatti del loro lavoro e sentono di riuscire a motivare gli studenti anche nei contesti più difficili. Pensano tuttavia che l'insegnamento non sia valorizzato nella società. Il 94,4% degli insegnanti italiani è complessivamente soddisfatto della propria professione, ma solo il 12,5% ritiene che sia riconosciuta e valorizzata dalla società. Oltre la metà dei presidi italiani ritiene che nella sua scuola ci sia una mancanza di risorse, materiali e umane, che ha un impatto negativo sull'insegnamento. In particolare, riporta l'organizzazione, per il 56,4% il materiale pedagogico è insufficiente o inappropriato, per il 56% computer per allievi e professori sono insufficienti, per il 47,4% la disponibilità di connessione Internet è inadeguata e per il 43,6% le risorse bibliotecarie sono carenti. Sul fronte delle risorse umane, il 58% dei presidi italiani rileva una carenza nel numero di insegnanti di sostegno, e il 77,5% in quello del personale non docente.

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