Il salvadanaio da cui tutto iniziò più di 150 anni fa a Roma, l’immagine di quattro bambine malate ricoverate in una stanza in via delle Zoccolette. Il video di Giovanni XVIII nel giorno di Natale del 1958, in cui il Papa visitò i piccoli pazienti nell’ospedale Bambino Gesù e venne scambiato molto simpaticamente da una bambina per Babbo Natale. C’è un patrimonio di frammenti della storia del centro pediatrico sul Gianicolo che si vuole valorizzare, nel progetto di ricerca presentato stamani all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede che l’ospedale ha avviato con il centro di Ricerca Cast (Catholicism and audiovisual studies) di Università Uninettuno, in collaborazione con l’Archivio storico video-fotografico dell’ospedale della Santa Sede e con il supporto della Siae. «Non è un modo di guardare al passato, contemplando le ceneri ma ravvivando il fuoco che oggi da speranza e futuro al Bambino Gesù», ha ricordato questa mattina a Palazzo Borromeo durante la presentazione dell’iniziativa la presidente dell’ospedale Mariella Enoc. Ci sono due parole che Enoc ha come riferimento nel lavoro dell’ospedale: missione e sostenibilità. «Prima c’è la missione e poi la sostenibilità – ricorda – dovevamo sostenere la missione, per questo siamo partiti da lì e oggi siamo un ospedale in piena sostenibilità». La convinzione, infatti, è che non solo il presente, ma anche il futuro del Bambino Gesù sia legato alle sue radici, «alla scelta originaria di alleviare la sofferenza dei più piccoli con competenza e umanità – conclude - La valorizzazione del patrimonio fotografico e video che testimonia la vita e la crescita dell’ospedale fino alle sue dimensioni attuali sarà un ulteriore strumento e un incentivo per rimanere fedeli alla nostra mission di sempre».
Da sinistra Francesco Di Nitto (Ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede), Andrea Pepe (CAST), mons. Dario Edoardo Viganò (Presidente CAST), Mariella Enoc (Presidente Bambino Gesù) - Bambino Gesù
Il progetto s’inserisce nell’ambito delle attività del Cast di UniNettuno che dal 2020 si occupa dello studio del rapporto tra cattolicesimo, cinema e audiovisivi. La digital library del Cast si propone difatti come portale storico che possa funzionare col tempo da aggregatore e porta d’accesso online al patrimonio storico digitalizzato su cattolicesimo e audiovisivi, oggi disseminato nelle collezioni dei più svariati soggetti conservatori. Attualmente ospita i cinegiornali "Roma nel mondo" (1955-1960) della San Paolo Film e da oggi anche documenti dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù. L’archivio storico video-fotografico dell’ospedale della Santa Sede, una selezione del quale troverà gradualmente ospitalità sulla digital library del Cast, conta circa 15 mila immagini digitalizzate, dalla nascita dell’ospedale ai nostri giorni, che si arricchiscono ogni 6 mesi della documentazione fotografica degli eventi correnti. Sono, inoltre, presenti 300 video, il primo dei quali racconta la visita di Giovanni XXIII in ospedale nel 1958.
A ricordare la centralità delle fonti audiovisive per la comprensione degli eventi storici ci ha pensato monsignor Dario Edoardo Viganò, presidente del Cast, aggiungendo che «il legame tra memoria audiovisiva e la ricerca storiografica rimane un racconto sempre in movimento». Il lavoro di ricerca è capace, attraverso foto e spezzoni sonori e cinefotografici – aggiunge monsignor Viganò - di «raccontare da una prospettiva inedita la peculiare storia dell’Ospedale dei bambini, soprattutto nel suo stretto rapporto con i pontefici e la Santa Sede. È necessario non disperdere una memoria che permette di gettare una luce inedita sulla storia culturale del nostro Paese e, in altri termini, di testimoniare l’evoluzione in campo scientifico, ma anche socio-culturale, che ha portato il Bambino Gesù a essere oggi il più grande policlinico e centro di ricerca pediatrico in Europa, con una rete di interventi che si estende in quattro continenti».
Bambino Gesù