A Roma ci sono nati e hanno frequentato le scuole. Parlano con l'accento della Capitale. Ma hanno compiuto i 18 anni ancora da stranieri, come i genitori che li hanno messi al mondo. Da oggi però anche loro sono cittadini italiani a tutti gli effetti. Ed è stato il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri in persona, a consegnare loro simbolicamente una copia della Costituzione e dello Statuto di Roma Capitale, nel corso di una cerimonia nella Sala Rossa del Campidoglio. I cinque diciottenni neo-cittadini sono Marim Arafa, di origine egiziana; Leonardo Paval, rumeno; Valeria Gomez Quito, peruviana; Kristi Mae Macalintal Negranza, filippina e Lelis Abbey Berns, ghanese.
«È una bellissima giornata - dice il sindaco Gualtieri - che per loro comporta l'ingresso a pieno titolo nei diritti e nei doveri della nostra Costituzione. Sono molto contenti ed emozionati nel sentirsi italiani ma sono anche al tempo stesso orgogliosi della storia dei loro genitori. Questo arricchisce tutti, anche noi e ci rende più coerenti coi nostri principi come l'articolo 3 della Costituzione. Noi questi principi li vogliamo rendere effettivi e lo facciamo oggi che è il 17 marzo, la Giornata della Bandiera e dell'unità nazionale». Un gesto, quello di Gualtieri, solennizzato anche per riparare all'assenza di una legge per riconoscere la cittadinanza a chi è nato in Italia da genitori stranieri. «Scusate il ritardo. Noi crediamo che la legge nazionale vada cambiata e abbiamo preso l'impegno a lavorare per far cambiare le regole e dare la cittadinanza prima dei 18 anni», ha infatti esordito il primo cittadino alla cerimonia. È giusto che non debbano aspettare i 18 anni per una cittadinanza che nella sostanza hanno già», ha concluso.
A Roma secondo i dati dell'anagrafe al 31 dicembre 2022 gli stranieri sono 385.053, il 13,7% del totale. Risulta iscritta in particolare una popolazione 0-18 anni di 64.485 ragazzi nati da genitori stranieri, di cui 61.837 ancora minorenni. «Noi - spiega il sindaco - abbiamo chiesto a tutte le scuole con una circolare di informarli per tempo e poi cerchiamo di aiutarli nell'adempimento burocratico per la cittadinanza perché sia il più semplice possibile. Tra i 18 e i 19 anni lo può fare il Comune, dice la legge, dopo invece c'è una procedura statale più lunga e complessa. Molti purtroppo non lo sanno e perdono questa possibilità». Il Comune ha inviato in merito circa 2.000 lettere, e circa 1.200 giovani hanno aderito.
«Sono cresciuto in mezzo a due culture - racconta Lelis, di origine ghanese - e adesso ogni volta che uscirò dall'Italia o andrò a fare i documenti sarò riconosciuto come italiano, e questo per me è importante». Kristi, di genitori filippini, spiega con emozione di essere «la prima in famiglia ad avere la cittadinanza italiana, sono figlia unica». «Io invece sono la terza - dice Marim, di famiglia egiziana - ed è stato per me un onore incontrare il sindaco, un gran giorno. Io studio già all'università. Cosa vuol dire adesso essere cittadina italiana? Lo devo scoprire».
«Oggi, Giornata dell'Unità nazionale della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera - afferma il capogruppo capitolino di Demos e deputato Paolo Ciani - ho partecipato alla cerimonia di conferimento della cittadinanza a cinque giovani neo-diciottenni. È un diritto che il Parlamento è chiamato a riconoscere in modo più snello, anche prima della maggiore età, perché la nostra Costituzione possa essere davvero anche la loro. Da anni Demos è impegnata per il riconoscimento della cittadinanza ai tanti ragazzi nati in Italia da genitori stranieri. Roma Capitale ha fatto oggi un meraviglioso gesto di inclusione, dando valore e responsabilità al loro sentirsi italiani, romani. Un momento che auspichiamo sia di ispirazione e induca ad una riflessione seria sul tema», conclude Ciani.